Gavirate (Varese), 20 agosto 2014 - «Non riusciamo più a vivere senza di lei. Ringrazio tutti quelli che pregano perché il nostro Angelo col sorriso torni presto». Quella «A», volutamente maiuscola, colpisce e commuove: l’ha digitata Alessandro Ramelli, il papà di Greta, in un messaggio con cui ha voluto ringraziare i tanti che si stanno dimostrando vicini alla famiglia della giovane volontaria di Gavirate rapita il primo agosto in Siria insieme a Vanessa Marzullo, di Brembate. «Farnesina, Croce Rossa, suore, istituzioni religiose, amici e parenti: grazie di cuore per la vostra presenza in questo momento di angoscia». Giorni davvero terribili, quelli che sta vivendo la famiglia Ramelli. Raggiunto al telefono, papà Alessandro riesce a malapena a trattenere le lacrime: la voce è rotta dal pianto, le parole escono a fatica. «Vogliamo restare in disparte - ripete più volte -, per scelta nostra e per rispettare le direttive della Farnesina, però sentivamo il bisogno di ringraziare chi sta sperando e pregando insieme a noi. Siamo in costante contatto col ministero, anche se è da alcuni giorni che non arrivano sviluppi alle indagini». La notizia del sequestro di Greta è diventata pubblica il 6 agosto, «ma noi eravamo stati contattati subito, giorni prima, dalla Farnesina - dice Alessandro Ramelli -. Il rapimento è avvenuto di notte: alla scena ha assistito un siriano che faceva da guardia del corpo per portare gli aiuti umanitari, il quale ha avvisato il giornalista del “Foglio” che si trovava in Siria e che conosceva Greta e Vanessa. È stato lui, poi, ad avvertire la Farnesina». «Greta è da sempre attiva nel campo del volontariato - conclude papà Alessandro, la voce rotta dall’emozione - adesso vogliamo solo che torni a casa». Per riportare il sorriso, dove ora manca, in questi giorni di angoscia crescente.
CronacaVolontarie rapite in Siria, le lacrime del padre di Greta: «Pregate, perché possa tornare»