In aspettativa per assistere la mamma fa il dj nel weekend: vigile a giudizio

L’agente della Locale è anche accusato di aver aggredito un collega di MICHELE ANDREUCCI

Massimiliano Laruccia aveva ottenuto il congedo retribuito (Foto De Pascale)

Massimiliano Laruccia aveva ottenuto il congedo retribuito (Foto De Pascale)

Cividate, 4 maggio 2016 - Il caso era scoppiato nel gennaio dell’anno scorso, quando il Comune di Cividate aveva scoperto che l’allora responsabile della polizia locale, Massimiliano Laruccia, dopo aver chiesto e ottenuto un congedo retribuito di due anni per stare a Taranto ad accudire la madre gravemente malata, il venerdì e il sabato, con il nome d’arte di Diego Maximo De la Vega, ispirato all’identità segreta del personaggio di Zorro, intratteneva come dj i clienti della discoteca “Quien Sabe” di Carobbio degli Angeli, che si scatenavano sulla pista ai ritmi latino-americani. Una discrepanza che aveva portato l’amministrazione comunale ad aprire un procedimento disciplinare e a presentare un esposto alla Procura della Repubblica. Per questa vicenda ieri il giudice dell’udienza preliminare Bianca Maria Bianchi ha rinviato a giudizio Laruccia: il processo a suo carico inizierà il 15 marzo 2017, davanti al giudice monocratico.

Non solo. L’ex responsabile della polizia locale di Cividate a dibattimento dovrà anche rispondere di un altro episodio, avvenuto nel febbraio del 2014, mese in cui Laruccia aveva cessato il suo lavoro al Comune di Cividate: non era più in servizio da quando era stato picchiato durante una rapina, da lui denunciata. Il 26 di quel mese, secondo le contestazioni, aveva dovuto rientrare, per un passaggio di consegne al nuovo collega. E in quell’occasione, sempre stando all’accusa, mentre erano soli, Laruccia avrebbe aggredito l’altro agente spaccandogli il naso (35 giorni di prognosi) per motivi che non sono mai stati chiariti con precisione.

Da quel giorno non aveva fatto più ritorno al lavoro. In estate aveva preso due mesi di permesso non retribuito per un viaggio negli Stati Uniti e a Cuba. Poi era ricorso al congedo, che era scattato dall’1 ottobre. Aveva poi trasferito la residenza in Puglia, nella casa dei genitori. L’ex agente della polizia locale, che è difeso dall’avvocato Roberto Bruni, ha sempre respinto gli addebiti, tanto che ha deciso di non fare ricorso a riti alternativi, ma di dimostrare la sua innocenza durante il processo. L’anno scorso, quando era scoppiato il caso del suo lavoro come dj, si era difeso con una memoria. Non aveva negato di fare il dj nel fine settimana: «La musica latino -americana è la mia vita – aveva raccontato –. Sono presidente di un’associazione culturale, “Latin jam’’, che anima la discoteca facendo corsi di ballo. Non sono retribuito, è un’attività di volontariato. Lo faccio da 8 anni e il Comune ne è sempre stato informato».

Laruccia ha sempre negato anche l’aggressione al collega nel febbraio del 2014. «Ero lì in ufficio – aveva detto – non mi sono reso conto inizialmente di quello che stava accadendo, finchè non ho visto almeno un uomo che aggrediva il mio collega. O forse erano in due, non ricordo. Sono intervenuto per fermare quello sconosciuto, poi in una situazione confusa ho visto che sia il mio collega sia quell’individuo si allontanavano dal comando, come per scappare».