Ammanchi milionari : davanti al giudice l’ex sindaco Morandi

Valbondione: accusato di furto, falso e truffa

A sinistra Benvenuto Morandi, con lui l’avvocato Capelli

A sinistra Benvenuto Morandi, con lui l’avvocato Capelli

Bergamo, 25 maggio 2015 A due anni dalla prima denuncia, prenderà il via mercoledì l’udienza preliminare che vedrà nelle vesti di imputato Benvenuto Morandi, l’ex sindaco Pdl di Valbondione ed ex direttore del settore Private Banking della filiale di Fiorano al Serio di Intesa Sanpaolo, accusato di furto aggravato, falso e truffa aggravata per la vicenda dei presunti ammanchi milionari dai conti correnti del suo grande accusatore, l’imprenditore Gianfranco Gamba (uno dei più facoltosi clienti dell’istituto di credito, che nel frattempo ha chiuso i battenti), dei familiari di quest’ultimo (la moglie Mariuccia Pezzoli e la figlia Simona del Gruppo Pezzoli di Gazzaniga), e per le presunte false rendicontazioni che sarebbero state propinate a diverse decine di altri clienti.

Finito  ai domiciliari con il braccialetto elettronico un anno fa, la misura cautelare gli è stata revocata la sera del 6 novembre scorso, dopo quasi sei mesi. Morandi, difeso dagli avvocati Angelo Capelli e Marialaura Andreucci, è intenzionato a dare battaglia in aula, con riguardo almeno ad alcune delle contestazioni che gli vengono mosse. Possibile che Gianfranco Gamba non sapesse nulla di come l’ex bancario gestiva i suoi soldi e che si sia di punto in bianco accorto dell’ammanco milionario? Secondo i pm Maria Cristina Rota e Carmen Santoro, titolari del procedimento, sarebbe andata proprio così e Gamba altro non sarebbe che una vittima di Morandi. La pubblica accusa contesta a Morandi di essersi appropriato di oltre 10 miloni di euro dai conti del suo cliente vip e dei suoi congiunti coinvolti nella vicenda.

A non tornare, secondo i pm della Procura di Bergamo, sarebbero anche altri 20 milioni di euro, volatilizzati, secondo le contestazioni, in investimenti flop, realizzati producendo - come recita la nota degli inquirenti prodotta il 9 maggio dell’anno scorso, giorno dell’arresto poi revocato a novembre - falsificando le firme dei correntisti su assegni, bonifici e prelevamenti, rendicontazioni bancarie fasulle finalizzate a nascondere ai risparmiatori le perdite finanziarieaccumulate con il tempo. Durante il dibattimento i rapporti di Morandi con la banca, il settore Private Banking di Intesa Sanpaolo, potrebbero essere una delle chiavi principali del dibattimento. L’ex direttore e i suoi legali potrebbero sostenere che l’istituto di credito qualcosa sapeva, come farebbe intendere la consulenza del perito del pm, che nella sua relazione ha scritto: «Il fenomeno della rendicontazione non ufficiale era da tempo noto alle strutture apicali di intesa Sanpaolo Private Banking, ciononostante non risulta essere mai stato fatto alcun intervento».Un aspetto, anche quest’ultimo, su cui, come per gli altri aspetti della vicenda, si dovrà fare chiarezza.