Ultras dell'Atalanta a processo, il leghista Belotti: "Solo mediatore"

Il segretario provinciale della Lega Nord, noto tifoso nerazzurro, è indagato in concorso esterno per associazione a delinquere con altri esponenti della tifoseria bergamasca

Scontri dopo Atalanta-Bologna (De Pascale)

Scontri dopo Atalanta-Bologna (De Pascale)

Bergamo, 2 marzo 2015 - Si va verso le battute finali del maxi processo contro 146 tifosi atalantini e siciliani (90 bergamaschi e 56 del Catania), accusati di una serie di reati da stadio avvenuti a partire dal 2006 e fino al 2012: aggressioni a cinghiate, adunate sediziose, violazioni di Daspo e minacce alla polizia.

Questa mattina, come testimone della difesa, è stato sentito il segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti, noto tifoso nerazzurro e indagato in concorso esterno per associazione a delinquere con altri esponenti della tifoseria bergamasca (sarà celebrato un altro processo). "Il mio ruolo con gli atalantini e la Curva? Solo quello di mediatore", ha spiegato Belotti rispondendo alle domande del pm Carmen Pugliese, durante un'interrogatorio durato un'ora. "Sono nato prima atalantino poi sono diventato leghista - ha detto - Ma la Curva non è mai stato un mio bacino di voti: lì non ho mai fatto propaganda elettorale". Belotti ha ribadito che il suo ruolo era quello di pompiere, con l'obiettivo di "spegnere gli animi". Il segretario lumbard, tra l'altro ex assessore regionale, ha più volte ribadito che è stata la stessa questura di Bergamo a coinvolgerlo spesso proprio in questo ruolo di mediatore. In aula si è parlato anche degli incendi delle auto alla Bèrghem Fest di Alzano, quando alcuni ultras diedero fuoco alle vetture delle forze dell'ordine giunte durante il comizio degli allora ministri Roberto Calderoli, Roberto Maroni e Giulio Tremonti. Belotti ha riferito di trovarsi dietro il palco, in qualità di esponente politico, e di non aver visto dunque nulla.

Come non avrebbe avuto la possibilità di vedere anche la fidanzata di Claudio Galimberti detto Bocia, leader della Curva, anche lei ascoltata nel corso della mattinata. Era all'interno della festa per distribuire volantini che spiegavano i motivi della protesta. Nel corso della testimonianza ha preso le distanze dai fatti, e ha confermato di essere contraria alla violenza.