Bergamo, 20 gennaio 2012 - Una passione grande per la musica, un nuovo album “La Tua Strada” e tanti progetti. Lui è Pier Mazzoleni, polistrumentista e cantautore bergamasco che ci presenta il suo terzo lavoro, oggi in vendita in tutti i negozi di distribuzione Egea. 

“La Tua Strada” è un album dal sapore “molto personale”, completamente scritto, arrangiato e prodotto da Pier, dove il filo conduttore è quel continuo mettersi in gioco, come autore e uomo, miscelando la storia personale alle composizioni. Una sorta di gioco di emozioni nato dell’appassionato rapporto col pubblico a cui Pier si rivolge. Una vera e propria carrellata di storie e sensazioni che si rincorrono, un disco che profuma di grandi spazi, di orizzonti e ironie metropolitane. Nei suoi brani ogni elemento viene trattato con meticolosa cura e le sue musiche sono intrise e grondanti di jazz, di America, di ricordi e passioni, di storie comuni, di percorsi swing contaminati dal blues e di ritmi latini. 

Abbiamo raggiunto Pier per farci raccontare il suo lavoro e i suoi progetti.

“La Tua Strada” arriva dopo una serie di successi, dopo due album e una carriera da musicista alle spalle. Ma il titolo dell’album suona quasi come un imperativo: “La Tua Strada”. Qual è il significato del titolo?
Il significato? "La tua strada" è intenzionalmente intesa come ricerca di un obiettivo, è una provocazione, una esortazione anche! Spendiamo la vita, a volte, in "tentativi" che spesso concretizziamo in niente di fatto. Abbiamo delle mansioni e dei talenti che spesso nemmeno sospettiamo. Ecco, parlo in primis per me stesso, vorrei che la strada (quella di tutti), fosse una grande catena d'oro su cui poterci muovere con destrezza alla ricerca ognuno della sua vera essenza, del suo scopo, perché sono sicuro che ci sia senz'altro una ragione se siamo qui. Le stradine secondarie ci portano a deviare il nostro percorso, quasi sempre, e ci fanno perdere tempo prezioso.

E la tua strada qual è?
La mia vita dedicata anche alla musica, forse, oggi credo sia la mia strada...ma mai dire mai, chissà il futuro quali sorprese porterà.

Quello che scrivi è quasi sempre autobiografico?
A volte si ma anche no. Capita che lavori di notte, tra il sonno e i pensieri della giornata; scrivo quello che vedo e che sento cercando una visione sempre personale; c'è qualcosa che mi appartiene ma nelle canzoni non mi piace parlare del "cosa è mio e cosa non lo è". Non credo interessi a qualcuno sapere realmente cosa c'è nella vita di qualcun altro...quel che importa è leggere una frase, capirne il significato e magari farlo proprio! Ecco, questo si che conta. Conta che la musica si fonda con il testo, e che tutti ci si riesca a impossessare del valore di quelle parole. La parola deve essere per tutti. E' per tutti... e la metafora aiuta a intravedere sempre una luce, una soluzione ai nostri "bisogni" di quel momento in cui ascoltiamo.

Tu sei un cantautore, componi i testi delle tua canzoni, che rapporto hai con le parole, sono più i momenti in cui litighi o quelli in cui giochi?
Credo davvero di essere un artigiano della parola; mi piace cesellare e scomporre, costruire e demolire subito dopo. Tieni presente che le mie canzoni nascono quasi sempre in prima battuta, le mie brutte copie non hanno quasi mai troppi errori (e mi vanto di dirlo!). Amo scrivere, in qualsiasi forma, che siano poesiole, racconti o fatti semplicemente scritti, il mio è un bisogno di mettere nero su bianco (non uso per scelta il computer, ecco perché il mio studio è invaso dai fogli, ne ho dappertutto, perfino in una vecchia boccia per i pesci), spesso per ricordare fatti o cose. Mi piace prendere in giro le parole e mi diverto a farne dei puzzle, delle frasi scombinate che poi metto a posto nella mia testa e quindi su carta. Ma ogni tanto c'è quella strana sensazione: il foglio bianco! Vuoi scrivere, senti che è il momento ma non arrivano le parole....poi, mi siedo al pianoforte un momento, e qualcosa prende forma. A volte sono cosine illogiche, altre mi sembra di essere l'unico essere vivente in quel momento, tanto sono contento.

Ci sono momenti precisi in cui scrivi?
Scrivo quando mi sento e quando posso, ovvero quando voglio. Ho la fortuna di essere Direttore di una scuola di musica a Bergamo, e di poter avere anche in quella sede il mio studio che mi permette di lavorare e di concentrarmi. Ma la notte, quando il mondo è silente e non urla, resta sempre la mia isola felice.

Ti sei dato un obiettivo da raggiungere come artista e come uomo?
Ogni giorno aggiungo un obiettivo alla mia lista e cerco di fissare una data e di perseguirlo con fasi precise da seguire ...io ho una lista che tengo sempre in ordine e aggiornata (non sono maniacale ma ci tengo a scrivere, e forse si era capito!). Lo dico come uomo soprattutto, ritengo che non esista la fortuna ma solo la voglia di essere al momento giusto al posto giusto; credo che nessuno ti debba regalare nulla! Tutt'altro, bisogna lavorare duro e buttarsi nella mischia per ottenere ciò che si desidera. E ora, in questi minuti, desidero essere qui a chiacchierare con te. Obiettivo raggiunto!

F.B.