Caravaggio, fermato con 34mila euro ma viveva in una casa popolare

Stando a quanto emerso, il giovane sarebbe anche in ritardo con diversi altri pagamenti riguardanti le bollette. La vicenda è approdata in Consiglio comunale, durante la presentazione del bilancio preventivo, e ha suscitato la vivace reazione del sindaco leghista Giuseppe Prevedini di Michele Andreucci

Gli uomini della polizia locale stanno indagando sull'episodio

Gli uomini della polizia locale stanno indagando sull'episodio

Bergamo, 20 luglio 2014 - Quando gli agenti della polizia locale, giovedì pomeriggio, l’hanno bloccato al termine di un lungo inseguimento, non volevano credere ai loro occhi: addosso, infatti, H.M., marocchino di 23 anni, pregiudicato per spaccio di droga, aveva con sé ben 34mila euro in contanti. Lo stupore dei poliziotti era dovuto al fatto che l’uomo risulta vivere a Caravaggio in una casa dell’Aler, uno degli appartamenti popolari, con tanto di affitto calmierato, riservato a chi non ha redditi sufficienti a permettersi di pagare l’affitto a prezzo di mercato. Non solo. Stando a quanto emerso, l’immigrato sarebbe anche in ritardo con diversi altri pagamenti riguardanti le bollette. La vicenda è  approdata in Consiglio comunale, durante la presentazione del bilancio preventivo, e ha suscitato la vivace reazione del sindaco leghista di Caravaggio, Giuseppe Prevedini.

Il primo cittadino, infatti, ha citato l’episodio proprio dopo la presentazione delle nuove tariffe per i servizi a domanda individuali offerti dall’Amministrazione comunale (trasporto scolastico in primis) che, a partire da settembre, la Giunta ha deciso di aumentare, per garantire la copertura delle spese. «L’ormai famoso Patto di stabilità strangola i conti di un Comune che ha i soldi, ma non può spenderli per i propri cittadini — ha sottolineato Prevedini —. E poi ci troviamo di fronte a persone che sono aiutate dall’Amministrazione comunale e che girano con tanti soldi in tasca. Il tempo di queste politiche assistenzialistiche è finito, basta con il buonismo».

Tutto è cominciato giovedì alle 16,30, quando, lungo la strada provinciale 121, una pattuglia della polizia locale ha intimato l’alt al marocchino, che era al volante della sua auto, una Clio. Il 23enne ha accelerato perché, come è stato successivamente accertato, guidava senza patente e probabilmente perché non avrebbe saputo spiegare dove aveva preso così tanto denaro. L’inseguimento si è concluso a Vidalengo, quando l’extracomunitario ha abbandonato la vettura e ha cercato di fuggire a piedi. Gli agenti l’hanno però raggiunto e bloccato, dopo una breve colluttazione. Successivamente hanno scoperto i 34mila euro e il fatto che il marocchino abitava in un alloggio dell’Aler.

di Michele Andreucci