Siriano fermato a Orio: "Era in organico dell'Isis"

Deve ora rispondere anche di associazione e arruolamento con finalità di terrorismo, anche internazionale. Una sua foto con la divisa dell'Isis si è rivelata uno degli elementi fondamentali per le due nuove accuse che gli sono piombate sul capo

Un miliziano dell'Isis a Mosul (Reuters)

Un miliziano dell'Isis a Mosul (Reuters)

Bergamo, 28 novembre 2015 - Gravi indizi di colpevolezza e pericolo di fuga sono i motivi posti a sostegno del fermo disposto dalla Procura di Bergamo per uno dei due siriani fermati a Orio al Serio. Inizialmente era indagato solo per i documenti falsi. Deve ora rispondere anche di associazione e arruolamento con finalità di terrorismo, anche internazionale. Una sua foto con la divisa dell'Isis si è rivelata uno degli elementi fondamentali per le due nuove accuse che gli sono piombate sul capo.

Secondo gli inquirenti, Faowaz era in organico nell'Isis, anche se lui si è giustificato sostenendo che si trattava di una divisa da vigile urbano: "Ero un poliziotto che doveva presidiare un incrocio di Raqqa", ha detto. Il trentenne ha spiegato che, quando il regime si è instaurato, bisognava iscriversi a specifiche liste per poter lavorare.

I due siriani fermati a Orio al Serio restano in isolamento nel carcere di Bergamo, come disposto dal giudice dopo la prima udienza e in vista della seconda, del 17 dicembre. Alari Azma, di 19 anni, aveva rigettato ogni accusa, scoppiando anche in lacrime: "Odio l'Isis: mio fratello era un soldato ed è rimasto ucciso. Come potrei sposare la causa che è stata all'origine della sua morte, che ha causato un così grande dolore a me e a mia madre?".