Volontarie rapite in Siria, lo sfogo di Vanessa Marzullo: "Chiamano terroristi gente con cui ho parlato" / FOTO e VIDEO

Così Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) raccontava il suo amore per la Siria. Insieme a Greta Ramelli di Besozzo (Varese) è fondatrice del Progetto Horryaty (CHE COS'E') di solidarietà per la Siria di Luca Balzarotti

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (foto da Facebook)

Greta Ramelli e Vanessa Marzullo (foto da Facebook)

Brembte, 6 agosto 2014 -«È come se toccassero i miei amici. Chiamano terroristi persone con cui la sera prima ho parlato su Skype». Vanessa Marzullo, la 21enne volontaria di Brembate, parlava della Siria, il Paese dove è stata rapita, come «un fatto personale» nell’intervista online su Youtube, pubblicata sul canale dell’associazione Comitato 17 novembre 2012 di cui è socio fondatore. Partecipava alla «prima grande manifestazione per tutti i bambini che non ci sono più» l’allora 19enne che ha studiato all’istituto superiore Jacopo Nizzola di Trezzo d’Adda. Oggi, 22 anni da compiere il 31 dicembre, frequenta la facoltà di «Mediazione linguistica e culturale» all’università degli studi di Milano (curriculum attività internazionali e multiculturali).  La volontaria dell’Organizzazione Internazionale di Soccorso si occupa di Siria dal 2012. Una passione nata tramite la traduzione dell’arabo all’inglese di notizie da pubblicare sui blog e proseguita in campo umanitario. «La conosciamo, è una ragazza generosa che ama la Siria», spiegano al Comitato di sostegno del popolo siriano. Da marzo si sta dedicando al progetto di assistenza medica Horryaty insieme a Greta Rameli, 20 anni, che come Vanessa è stata rapita ad Aleppo, nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto. Le due volontarie erano in Siria dal 28 luglio. L’obiettivo della missione e del progetto è attivare un corso base di primo soccorso — dotando alcune aree del materiale necessario per gli interventi di emergenza — e garantire ai pazienti affetti da malattie croniche i farmaci corretti per le terapie.