Il mal di casa colpisce pure Bergamo: "Servono subito più alloggi sociali"

Presidio dei sindacati inquilini contro l’aumento degli sfratti di Giuseppe Purcaro

IN PIAZZA La manifestazione a Porta Nuova (De Pascale)

IN PIAZZA La manifestazione a Porta Nuova (De Pascale)

Bergamo, 11 ottobre 2015 - Famiglie sfrattate nel 2104 a Bergamo: 540. Ultimo il caso di Marinella, la 57enne affetta da rara patologia che la rende invalida al 100% e la costringe rigorosamente a vivere in abitazioni idonee, per cui si era mobilitata l’Unione inquilini. Non solo: 2.529 le esecuzioni di sfratto, con una variazione in aumento del 23% rispetto al 2013. Il «mal di casa» colpisce anche Bergamo. E ad oggi sono solo 23 le domande accolte per richiedere i fondi regionale sulla morosità, a fronte di 200 mila euro a disposizione del Comune.

Ieri pomeriggio sono scesi in piazza i sindacati degli inquilini, ricevuti poi in Prefettura. Una mobilitazione dal titolo emblematico («SfrattiZero») organizzata da Sicet Cisl, Sunia Cgil, Unione Inquilini e Asia Usb, andata in scena a Porta Nuova, per affrontare il problema della tensione abitativa e dei suoi disagi, generati da un numero elevato di richieste di sfratto. La crisi economica e finanziaria, con la conseguente perdita di posti di lavoro, non è finita e lo dimostra il continuo aumento delle sentenze di sfratto: oltre 77 mila nel 2014 di cui ben l’89% per morosità. A Bergamo, tra le 2.529 esecuzioni di sfratto del 2014, ben 540 sono state messe in esecuzione dagli organi giudiziari, anche con l’intervento della forza pubblica.

«Le nostre proposte sono semplici - hanno detto Roberto Bertola di Sicet, Angela Calvi di Sunia, Fabio Cochis di Unione Inquilini e Paolo Teani di Asia Usb -: un piano casa che affronti in maniera strutturale la questione della carenza di alloggi, a partire dalle 700 mila domande di assegnazione di case popolari inevase dai Comuni. La realizzazione di un adeguato numero di alloggi sociali attraverso il recupero e il riutilizzo del patrimonio immobiliare vuoto, a partire dal demanio civile e militare; un nuovo “canone sopportabile” che renda gli affitti compatibili con i redditi popolari».I sindacati chiedono risposte anche sulla mancata assegnazione di 120 appartamenti, pronti da due anni, di proprietà del Comune e gestiti da Aler. Di recente la Regione ha inoltre stanziato un milione e 600 mila euro per ristrutturare 68 alloggi di edilizia residenziale pubblica, mentre altri 800 mila sono stati stanziati dal Comune di Bergamo per sistemare altri 13 appartamenti, al momento inagibili, in via Monte Grigna.

di Giuseppe Purcaro