Padre e figlio rapinati in casa: «Un miracolo se siamo vivi»

Angelo Beretta, 64 anni e Alessandro, 39 anni, sono stati aggrediti da sei persone: il padre legato e picchiato, il figlio minacciato con una pistola e malmenato a sua volta

Angelo Beretta porta chiari i segni del pestaggio subìto insieme al figlio

Angelo Beretta porta chiari i segni del pestaggio subìto insieme al figlio

Bonate Sotto, 28 agosto 2015 - «I banditi ci hanno riempito di botte, calci e pugni su tutto il corpo, tant’è che io e mio figlio siamo dovuti andare al Policlinico di Ponte per farci medicare. Uno dei malviventi aveva anche una pistola che ha usato per minacciarci. Erano in sei, volto coperto, accento straniero, forse dell’Est. Sono stati cinque minuti allucinanti, e abbiamo temuto al peggio. È un miracolo se ora siamo qui a raccontare quello che è successo». L’assalto, martedì sera, nello loro villetta di via Garibaldi, a Bonate Sotto, è durato solo cinque minuti, ma per Angelo Beretta, 64 anni e il figlio Alessandro, 39 anni, titolari della ditta Edilceramiche, sono stati attimi interminabili di terrore, vissuti come ostaggi nelle mani del commando di banditi alla ricerca della cassaforte. Che non è in casa, ma negli uffici della ditta, che si trova a poca distanza dall’abitazione.

Alla fine i rapinatori si sono dovuti “accontentare” di un orologio Rolex e di contanti, per un ammontare di circa 5-6 mila euro. I ladri sono entrati in casa dopo aver forzato con un piede di porco la porta-finestra del bagno. «Mio figlio Alessandro era già a letto, – è il drammatico racconto di Angelo Beretta –io stavo guardando la tv. Ad un certo punto mi sono trovato davanti un bandito incappucciato. Poi sono spuntati anche i complici, che mi hanno legato le mani con delle fascette e mi hanno fatto sedere a terra. Mi hanno picchiato per farmi dire dove è la cassaforte, ma io ho detto loro che non c’era». L’imprenditore 64enne si è messo a gridare e le urla hanno svegliato il figlio Alessandro e loro due cani. Il 39enne è sceso a vedere cosa fosse successo al padre, ed è stato fermato da un paio di banditi. «Mi hanno puntato la pistola alla testa e picchiato, ma non hanno trovato ciò che volevano - dice Alessandro - Ora sono preoccupato e non dormo: ho paura che possano trnare».

A mettere in fuga il commando sono stati alcuni vicini, svegliati dai cani e corsi verso la casa dell’imprenditore e del figlio. Ad agire, secondo i carabinieri di Bergamo, potrebbe essere stata la banda di albanesi che nei mesi scorsi ha seminato il panico nel Sebino. Ora è caccia in tutta provincia, ma non solo, per riuscire a identificarli e catturarli. Le indagini si presentano difficili. Nella via Garibaldi di Bonate Sotto non ci sono telecamere comunali. E le due che si trovano nella villa dei Beretta, non hanno fornito elementi utili.