Udienza per i carabinieri infedeli. Il gup esclude 1.550 parti offese

Bergamo, evitato così il rischio di prescrizione in caso di processo. Gli indagati sono 43: oltre a 20 carabinieri, anche infermieri, imprenditori e dipendenti di società private di Michele Andreucci

I carabinieri (Foto archivio)

I carabinieri (Foto archivio)

Bergamo, 20 settembre 2014 - E’ entrata nel vivo ieri in tribunale l’udienza preliminare che vede indagate 43 persone, fra cui 20 carabinieri appartenenti all’epoca dei fatti contestati, il 2009, principalmente alla Compagnia di Zogno e in misura minore a quella di Bergamo e alla Tenenza di Seriate. Ma la lunga lista degli indagati è composta anche da infermieri, imprenditori e dipendenti di società private. Accusati, a vario titolo, di reati quali la corruzione, il falso ideologico e materiale, la rivelazione del segreto d’ufficio. Tutto era partito nel 2009, quando una donna, pochi giorni dopo essere stata dimessa dall’ospedale di Seriate, dove era stata ricoverata in seguito ad un incidente stradale, si era vista piombare in casa un collaboratore di una società cittadina che si occupa di ottenere risarcimenti dalle assicurazioni, che le aveva chiesto se voleva essere assistita per intascare i soldi. La signora, insospettita, aveva chiesto al funzionario chi gli aveva dato le sue generalità e il suo indirizzo e gli aveva rivelato cosa le era successo.

Il dipendente della società era stato evasivo e la donna aveva presentato denuncia ai carabinieri. Da quel momento alcuni telefoni erano stati messi sotto controllo e dalle intercettazioni era emersa una rete di presunti reati, non necessariamente collegati l’uno con l’altro. In particolare, per i carabinieri, a vario titolo: sparizione di soldi durante i sequestri, false annotazioni di servizio con straordinari e indennità non dovuti, patenti di guida risparmiate, omesse denunce, investigazioni private per conto di amici, uso di auto di servizio per scopi personali.

Il filone del procedimento più corposo era risultato però quello riguardante gli infermieri-talpa, che avrebbero fornito, dietro compenso, le generalità di persone ferite in incidenti stradali e ricoverate in vari ospedali della Bergamasca a società specializzate nel recupero di indennizzi.

Proprio questa tranche dell’inchiesta che è stata oggetto dell’udienza preliminare di ieri, che è finita con un colpo di scena: il gup Giovanni Petillo ha escluso dal procedimento le 1.550 parti offese, ritenendole, giuridicamente, persone danneggiate e non parti lese. In questo modo, in vista di un possibile processo, non si dovrà procedere a tutte le notifiche e la mole di carte e di lavoro non rappresentano più un problema. Anche perchè con questa decisione le presunte vittime non dovranno essere sentite a dibattimento, in caso di rinvio a giudizio degli indagati, e l’eventuale processo non partirebbe con la spada di Damocle della prescrizione sulla testa.

Sempre ieri, 7 indagati, tra i quali alcuni carabinieri, hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato (sconto di un terzo sulla pena finale). In 3, invece, hanno chiesto di patteggiare. La decisione del gup è attesa il 31 ottobre prossimo.