Incendio al negozio in cui lavorò Vallanzasca, condannati padre e figlio piromani

Erano accusati di aver incendiato, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2013, il negozio d’abbigliamento “Icaro’’ di Sarnico, balzato agli onori delle cronache nazionali nell’agosto del 2012 per aver dato lavoro per circa un mese a Renato Vallanzasca di Mi.An.

DEVASTATO Gli effetti distruttivi dell’incendio (De.Pa.)

DEVASTATO Gli effetti distruttivi dell’incendio (De.Pa.)

Sarnico (Bergamo), 21 novembre 2014 - Erano accusati di aver incendiato, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 2013, il negozio d’abbigliamento "Icaro" di Sarnico, balzato agli onori delle cronache nazionali nell’agosto del 2012 per aver dato lavoro per circa un mese a Renato Vallanzasca, l’ex boss della Comasina in permesso lavorativo sul lago (a seguito delle polemiche il proprietario del negozo lo aveva poi licenziato). Ieri i due piromani, V. C., 56 anni, di Azzano San Paolo, e il figlio A.C., 32 anni, di Orio al Serio, sono stati condannati con il rito abbreviato (sconto di un terzo sulla pena) dal giudice dell’udienza preliminare Giovanni Petillo rispettivamente a 2 anni e 1 anno e 4 mesi di reclusione (pena sospesa per entrambi).

Il gup ha però derubricato l’iniziale imputazione di incendio doloso in quella di danneggiamento a cui ha fatto seguito l’incendio. Sia il padre, considerato l’esecutore materiale del gesto, sia il figlio hanno sempre negato il loro coinvolgimento nel rogo. Gravissimi i danni: il fuoco aveva completamente distrutto gli interni e tutti i capi presenti nel locale, sia al piano terra che nel magazzino interrato. I danneggiamenti avevano interessato anche le soffittature esterne e le murature, intaccate dal fumo. Ad evitare che il fuoco si estendesse ai locali vicini avevano contribuito tre giovani che, giunti sul posto, avevano attivato il sistema antincendio del vicino municipio.

All’interno del punto vendita devastato era stata trovata una mazza, utilizzata dai piromani per sfondare la vetrina. Le indagini dei carabinieri di Sarnico avevano consentito di risalire a V. C., che precedentemente aveva avuto alle sue dipendenze la nuova proprietaria dell negozio (aperto da due settimane), con la quale vi sarebbero stati degli screzi a livello commerciale. Nel condominio dove abitava l’uomo, i militari avevano poi rinvenuto due taniche di benzina: non erano all’interno di locali di sua proprietà, ma per gli investigatori il ritrovamento era stato sufficiente per accusare V.C. del rogo.