Anziano costretto a fare l’elemosina: «Botte e digiuno se portavo pochi soldi»

Il pensionato di 67 anni era costretto a chiedere l'elemosina davanti ai supermercati. I suoi aguzzini lo minacciavano, picchiavano e gli negavano cibo e acqua di Michele Andreucci

Un uomo che chiede l'elemosina

Un uomo che chiede l'elemosina

Bergamo, 29 giugno 2015 - Per diversi mesi, nel 2013, gli avevano sequestrato la pensione (950 euro) e lo avevano spedito davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina. Caldo o freddo, sole e pioggia, mattina e sera. Lui, pensionato di 67 anni, vedovo da quattro, per settimane non era riuscito a liberarsi dalla sudditanza psicologioca nei confronti dei suoi aguzzini che, se non portava a casa almeno 80 euro al giorno dalla questua, lo minacciavano, lo picchiavano e gli negavano cibo e acqua, al punto da farlo diventare pelle e ossa.

Un incubo finito grazie alla forza della madre dell’uomo, una donna di 91 anni, che insieme a una cugina di lui aveva sporto denuncia. A processo, per circonvenzione d’incapace ed estorsione, sono finiti due donne e due uomini: Ivana Titta, 51 anni, e la figlia Katya Losciale, 24 anni, di Seriate; e i rispettivi compagni, Giovanni Ponzo, 38 anni, di Chignolo d’Isola, e Mauro Veiss, 29 anni, di Cologno al Serio. Ieri, davanti al giudice Gaetano Buonfrate, la vittima ha ripercorso la sua odissea.

Dopo che aveva perso la moglie - ha raccontato in aula - non era più stato lo stesso. Aveva il morale a terra. E così era andato in cerca di compagnia e affetto. Nel quartiere cittadino della Malpensata aveva conosciuto gli imputati che, stando alle contestazioni, avevano approfittato della sua situazione e ben presto si erano impossessati della sua pensione, lo avevano avviato all’accattonaggio e in alcune occasioni si erano stabiliti tutti a casa sua.

In una circostanza avevano avvicinato anche la madre del 67enne e, spacciandosi per dei benefattori del figlio, le avevano chiesto 150 euro. Dopo la denuncia dell’anziana, le forze dell’ordine avevano pedinato l’uomo e i quattro imputati e li avevano messi tutti sotto intercettazione, raccogliendo parecchio materiale e convincendo il pm Gianluigi Dettori a chiedere le misure cautelari con urgenza, visto che nel frattempo il pensionato aveva cercato di togliersi la vita.