Giovedì 18 Aprile 2024

Una colletta per pagare il funerale al neonato morto dopo il parto, il funerale a Cologne

La cerimonia fissata alle 16 nel cimitero della cittadina bresciana. Intanto la procura di Bergamo sta cercando di far luce su eventuali responsabilità: 30 medici indagati

Ospedale (Foto di repertorio Germogli)

Ospedale (Foto di repertorio Germogli)

Bergamo, 13 dicembre 2014 - Un seme di speranza in una storia di straziante dolore. Avrà infatti finalmente una degna sepoltura il piccolo nato prematuro all’ospedale “Papa Giovanni XXIII” di Bergamo e deceduto dopo appena 15 ore di vita, rimasto per un mese nella camera mortuaria della struttura sanitaria per l’impossibilità, da parte della madre, di sostenere le spese per la cerimonia funebre. Merito della gara di solidarietà scattata ieri fra tantissime persone che, appresa la notizia dal quotidiano locale “L’Eco di Bergamo”, hanno subito manifestato la propria disponibilità ad aiutare economicamente la mamma del bimbo, Maryam, 29enne di nazionalità marocchina. In poche ore, quindi, sono stati raccolti i 750 euro necessari ad assicurare la tumulazione della salma e a dare così ai familiari una tomba su cui piangere.

Il rito è stato fissato per oggi alle 16 nel cimitero di Cologne, nel Bresciano. La tragedia si era consumata il 7 novembre all’ospedale bergamasco di Calcinate dove la donna aveva partorito a seguito di un banale incidente stradale avvenuto proprio a Cologne, dove Maryam vive sin da quando era adolescente. Il bimbo, gravissimo, era stato portato all’ospedale di Bergamo, dove, come detto, 15 ore dopo era morto.

La procura di Bergamo sta cercando di far luce sulle responsabilità dell’accaduto dopo un esposto dei genitori, assistiti dall’avvocato Guido Mutti: ci sono 30 indagati tra medici e infermieri di Calcinate e Bergamo. Il 21 novembre era stata eseguita l’autopsia, il giorno dopo era arrivato il nulla osta per la sepoltura. «Mi hanno detto che per i funerali ci volevano 750 euro - ha raccontato la donna, disperata -, ma io non li ho. Da marzo ho perso il lavoro in una ditta di pulizie e vivo col sussidio di disoccupazione, che non arriva a 600 euro. Il mio compagno ha un lavoro saltuario e fatica a mantenersi». Neppure la richiesta di un contributo al Comune di Cologne aveva sortito effetto positivo: «Più di 250 euro non potevano darmi. Sarei stata disposta a fare anche la fame - ha commentato la mamma - ma mio figlio in quella cella frigorifera non potevo più lasciarlo». Il sindaco di Cologne, Carlo Chiari, ha difeso l’operato dei suoi uffici: «Il contributo viene dato in base al reddito Isee. Non c’erano gli estremi per procedere a un ‘funerale di povertà’. Posso assicurare che agiamo con la massima trasparenza». Ma da ieri si è messa in moto la macchina della solidarietà, rilanciata anche dall’ospedale “Giovanni XXIII” e i soldi mancanti sono stati trovati.