Martinengo, investì motociclista e fuggì in Kosovo. Tre anni e due mesi al pirata della strada

Cortenuova, il 19 luglio l’incidente costò la vita a Simone Suardi di Michele Andreucci

INDAGINI I rilievi dei carabinieri sul luogo dello schianto (De Pascale)

INDAGINI I rilievi dei carabinieri sul luogo dello schianto (De Pascale)

Bergamo, 19 dicembre 2014 - Ha patteggiato una condanna a 3 anni e 2 mesi di reclusione per omicidio colposo e omissione di soccorso Nazimi Kastrati, il muratore kosovaro di 31 anni, celibe, regolare e incensurato, che la sera del 19 luglio scorso a Cortenuova di Sopra, al volante della sua Fiat Bravo (l’auto non era revisionata dal giugno del 2013) con una patente kosovara non valida da 6 anni, aveva travolto e ucciso Simone Suardi, 23 anni, anch’egli operaio, che si trovava in sella al suo scooter. Subito dopo lo schianto il 31enne, che attualmente si trova agli arresti domiciliari, era fuggito senza prestare soccorso alla vittima e si era successivamente rifugiato prima in Svizzera e poi in Kosovo dai familiari. Erano stati proprio questi ultimi a convincerlo, sei giorni dopo, a presentarsi ai carabinieri di Martinengo per costituirsi.

Davanti ai militari, il kosovaro era scoppiato in lacrime, esclamando: «Avrei preferito morire io». Il cerchio nei suoi confronti si era comunque già stretto: la sua auto era stata ritrovata e sequestrata in un campo di Urago d’Oglio (Bs). Sul cofano, pesantemente danneggiato, c’erano ancora tracce di sangue. Kastrati aveva affidato la vettura ad alcuni connazionali che avrebbero dovuta farla sparire. Il giorno dopo il kosovaro era già in Svizzera, dove abitano alcuni parenti. Da lì era poi arrivato in Kosovo. «Dopo l’incidente – aveva spiegato il suo legale, l’avvocato Maurizio Colotto –, era stato preso dal panico, si era spaventato e aveva perso la testa. Quando è arrivato in Kosovo è andato in una struttura sanitaria a farsi prescrivere dei calmanti».

Durante l’interrogatorio di convalida, davanti al gip Raffaella Mascarino, l’uomo ha spiegato che dopo aver investito Simone Suardi si era fermato, aveva fatto marcia indietro, ha visto cos’era successo ed era fuggito superando numerosi semafori rossi, imboccando strade contromano, entrando in vie chiuse al traffico. Ma era stato abbastanza lucido per arrivare a casa, prendere i soldi necessari e il passaporto e organizzare la fuga all’estero.