Esplosione e incendio al Maguires' pub, Gigi Parma indebitato per mezzo milione. Ripreso in moto con le taniche di benzina

Per gli inquirenti non ci sono più dubbi: è stato lo stesso Gigi Parma, 48 anni, ad appiccare l’incendio al “Maguire’s Pub” di via Previtali, il locale di cui era titolare, la notte del 7 aprile. Il rogo aveva innescato una potente esplosione in cui lo stesso gestore del locale era rimasto ucciso di Rocco Sarubbi

3 - Esplosione al Maguire's Pub: morto il titolare Gigi Parma

3 - Esplosione al Maguire's Pub: morto il titolare Gigi Parma

Bergamo, 18 aprile 2015 - Per gli inquirenti non ci sono più dubbi: è stato lo stesso Gigi Parma, 48 anni, ad appiccare l’incendio al “Maguire’s Pub” di via Previtali, il locale di cui era titolare, la notte del 7 aprile. Il rogo aveva innescato una potente esplosione in cui lo stesso gestore del locale era rimasto uccisoDurante una conferenza stampa convocata ieri in questura, il procuratore Francesco Dettori, affiancato dal questore Girolamo Fabiano, ha parlato di «indagini sostanzialmente concluse e risultanze evidenti. Anche le minacce di morte ricevute dallo stesso Parma – ha aggiunto – erano state costruite ad arte per rendere ancor più credibile il piano». Manca ancora, a corredo dell’indagine, la consulenza del super esperto di incendi, l’ingegnere Bardazza, che ha avuto l’incarico di fare luce su cosa possa avere provocato la deflagrazione.

Per chiudere il cerchio e capire il perchè di quel gesto così forte, restavano da accertare alcuni elementi importanti, come ad esempio la situazione finanziaria di Gigi Parma. E dalle indagini è emerso che lìesercente aveva accumulato debiti per circa mezzo milione di euro. Il dirigente della Squadra mobile, Giorgio Grasso, ha ribadito che l’ipotesi principale sul movente è relativa proprio alla drammatica situazione economica del titolare del pub. Secondo gli inquirenti, dunque, Gigi Parma voleva appiccare l’incendio, poi finito in tragedia, nel tentativo di frodare l’assicurazione e riuscire ad incassare il premio. La polizza assicurativa era stata rinnovata dalla vittima una quindicina di giorni prima del rogo ed aveva un massimale di copertura fino a 500 mila euro, più o meno la stessa cifra corrispondente al debito.

Quella notte Parma aveva lavorato fino alle 3.15, poi aveva chiuso il locale. Ma, contrariamente ad altre volte, prima di andarsene aveva svuotato il fondo cassa e aveva portato via anche una scatola di sigari. Dopo aver salutato due dipendenti, aveva accompagnato a casa in moto un cliente che abita in via Carducci. Quindi aveva telefonto alla moglie (che non aveva risposto) e si era diretto a casa, in via Corsarola, in Città Alta, dove aveva lasciato tre cellulari. Una volta a casa, l’esercente aveva preso cinque taniche da cinque litri ognuna, tre riempite di gasolio e due di benzina, e dopo averle messe in due borsoni, le aveva caricate sulla sua moto, uno scooterone la T Max Yamaha, e si era diretto al pub.

Le telecamere della videosorveglianza comunale hanno ripreso Parma in moto mentre percorreva Viale Vittorio Emanuele, la rotonda dei Mille e via Nullo, diretto verso il suo locale. Una volta all’interno del pub, aveva riìovesciato il gasolio e la benzina delle taniche. Secondo il suo piano, sostengono gli inquirenti, dopo ave appiccato il fuoco Parma a vrebbe docuto fuggire passando dall’ingresso principale (gli investigatori hanno trovato le chiavi inserite dall’interno). Poi, però, qualcosa non ha funzionato, l’incendio gli è sfuggito di mano e c’è stata l’esplosione che non gli ha dato via di scampo.