Bergamo, 28 gennaio 2015 - Nuova udienza del processo contro l'immigrato Vicky Vicky, 25 anni, il cittadino indiano alla sbarra in tribunale con l'accusa di aver ammazzato suo fratello, Baldev Kumar, anch'egli 25enne, e la dottoressa Eleonora Cantamessa, la 43enne ginecologa di Trescore Balneario travolta e uccisa la sera dell'8 settembre 2013 a Chiuduno dalla Golf Wolkswagen condotta dall'imputato, mentre stava soccorrendo proprio Kumar, rimasto a terra ferito dopo essere stato colpito poco prima da alcuni connazionali di una fazione rivale: i due fratelli erano stati infatti protagonisti di una violenta rissa nata per la disputa dei posti di lavoro in un'azienda della zona che si occupa della coltivazione e della vendita di insalate in busta.
Questa mattina davanti ai giudice della Corte di Assise di Bergamo, sono stati ascoltati i due medici legali dell'Università di Pavia, Giovanni Pierucci e Yao Chen, i periti del pubblico ministero Fabio Pelosi, che si sono soffermati in particolare sulla morte di Baldev Kumar, confermando quanto avevano già detto nel febbraio del 2013, all'epoca dell'autopsia: quando Eleonora Cantamessa gli si era avvicinata per prestargli soccorso, l'indiano era ancora vivo. La prova è nella telefonata al 112, trasmessa in aula durante l'udienza del 14 gennaio.
In un punto si sente la dottoressa, che aveva appena chiamato con il suo cellulare il 118 e i carabinieri, chiedere al ferito il suo nome. Con un filo di voce, lui aveva risposto. Il corpo di Baldev Kumar, hanno chiarito i medici, presentava sia ferite da armi bianche, sia da investimento ed è stata l'auto guidata da Vicky Vicky ad ucciderlo. Tuttavia, sempre secondo i due esperti che hanno effettuato le analisi sul cadavere, sarebbe comunque morto di lì a poco. Era in fin di vita, mentre pronunciava quelle poche parole davanti alla ginecologa di Trescore.
Particolarmente grave, le ferite alla gola e all'avambraccio sinistro compatibili con una roncola trovata sulla scena del duplice delitto. Sempre oggi, ma nel pomeriggio, è stato ascoltato come testimone Gianluca Bartoli, l'amico della dottoressa Cantamessa che la sera dell'8 settembre 2013 era alla guida dell'auto sulla quale c'era anche la ginecologa e che l'ha vista morire. L'uomo, visibilmente commosso, ha ricordato quei drammatici momenti. Soprattutto la richiesta di Eleonora, quando si era accorta che c'era un uomo a terra ferito: "Torna indietro, Luca, perché io voglio andare a vedere". Lui, ha raccontato ai giudici della Corte d'Assise e al pm Fabio Pelosi, aveva cercato di farla desistere, ma la ginecologa aveva già composto il numero del 112, descrivendo la scena e qualificandosi. L'uomo, pur riluttante, aveva allora fatto marcia indietro e aveva accostato.
Eleonora Cantamessa era scesa, Bartoli l'aveva seguita a passo d'uomo in auto e aveva assistito alle telefonate al 118 e ai carabinieri. Poi tutto era precipitato con l'arrivo della Golf di Vicky Vicky, che aveva travolto la dottoressa e il fratello. "E' stato agghiacciante assistere a quella scena - ha detto Bartoli - . Eleonora è morta per aver voluto fare il suo dovere".
di Michele Andreucci