Bergamo, 1 settembre 2011 - Non si allenta per i bergamaschi la morsa dell’inflazione. Neppure ad agosto, il mese tradizionalmente dedicato alle ferie, la corsa del carovita ha subito battute d’arresto, al punto che, stando ai dati resi noti ieri dall’Ufficio statistica del Comune di Bergamo (in attesa di validazione da parte dell’Istat), il rincaro dei prezzi su base mensile è stato dello 0,4%, pari, in un anno, a un incremento del 3,1%.
 

Per il capoluogo orobico si tratta di un triste primato, visto che la media nazionale, stando alle cifre di Eurostat e Istat, si è attestata su un +2,8%, comunque ai massimi rispetto all’ottobre del 2008, quando si era toccato il picco di un +3,5%. A parità di condizioni economiche, dunque, Bergamo continua a scontare una pesante situazione di penalità che neppure le diverse iniziative messe in campo da Comune e associazioni dei consumatori, per la verità spesso divisi sull’argomento, sono mai riusciti davvero a contrastare.
 

Risultato: agosto si chiude con un bilancio decisamente nero per le casse delle famiglie, complici anche gli aumenti registrati nel comparto dei trasporti (+1,9% in confronto a luglio ma addirittura +7,5 rispetto a un anno fa) a causa dell’impennata dei prezzi della benzina e del Gasolio, dei voli nazionali ed internazionali e, soprattutto, dei trasporti marittimi e dei bus. Ma, nelle settimane delle vacanze, hanno pesato pure i rialzi delle proposte turistiche che, nel bilancio finale, fanno crescere dello 0,6% in un solo mese i costi del comparto “Ricreazione, spettacoli e cultura” nel quale gli aumenti, se paragonati ad agosto 2010, sono stati del 2,3%. Male anche le comunicazioni, con rincari dello 0,4%, anche se bisogna rilevare che, nel rendiconto annuale, il settore sconta un calo dei prezzi piuttosto consistente, pari al 3,9%.

Da segnalare, inoltre, il movimento in crescita (+0.2% in un mese) sia delle spese per abitazione, acqua, energia elettrica e combustibili (negli ultimi 12 mesi sono aumentate del 5,4%, con un particolare peso specifico Legato alle spese condominiali) e, in pari misura, dei prodotti alimentari e delle bevande alcoliche (+2,8% su base annua). In quest’ultimo comparto, soprattutto, a pesare maggiormente sono stati i rialzi di alcuni prodotti di largo consumo come le farine (+1,2%), il latte fresco (+1,6%), il cioccolato (+0,6%), il caffè (+1,2%) e le acque minerali (+1,5%). In calo, invece, la carne suina (-0,6%) e la frutta fresca o refrigerata (-5,6%) così come gli alimenti per bambini (-0,8%).