Droga, sorpreso a venere cocaina: condannato a sei anni

E’ la condanna inflitta dal giudice Lucia Graziosi, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato contro un albanese di 27 anni di Michele Andreucci

Cocaina (Foto di repertorio)

Cocaina (Foto di repertorio)

Viadanica (Bergamo), 30 luglio 2015 - Sei anni di reclusione, senza la concessione delle attenuanti generiche per 42 dosi di cocaina, poco più di 20 grammi in totale. E’ la pesante condanna inflitta dal giudice Lucia Graziosi, al termine del processo celebrato con il rito abbreviato (sconto di un terzo sulla pena finale) contro un albanese di 27 anni, un precedente per droga, residente a Credaro, arrestato lunedì dai carabinieri di Sarnico, subito dopo che aveva ceduto una dose di stupefacente ad una donna di Viadanica (il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni e 4 mesi). Ad insospettire i militari era stata l’auto del 27enne, una Golf Wolkswagen con targa albanese, che avevano visto più volte nei giorni precedenti sotto l’abitazione della donna che sapevano fare uso di droga, sempre di lunedì e in genere intorno all’ora di pranzo.

Sospettando una serie di cessioni “a domicilio”, i carabinieri avevano deciso di entrare in azione: l’albanese era stato bloccato durante un’irruzione nell’appartamento della donna e arrestato. L’uomo per 30 euro le aveva ceduto una dose di cocaina, che si trovava sul tavolo della cucina, mentre altre 41 dosi complessive le teneva parte in auto e parte nella sua casa di Credaro, perquisita anche con l’ausilio delle unità cinofile. Nella sua vettura gli investigatori dell’arma hanno rinvenuto anche, in un buco ricavato nel sedile, 3.500 euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita. La tossicodipendente in aula ha raccontato che era da circa un anno che acquistata la coca dall’albanese. L’imputato, invece, ha negato ogni responsabilità. “La droga - ha raccontato al giudice Lucia Graziosi durante il uo interrogatorio - la utilizzo per uso personale, molte volte in compagnia di un amico. Il denaro invece mi è stato affidato da consegnare ad un’altra persona, della quale però adesso non ricordo il nome”. Una versione che non ha convinto il giudice.