Processo Yara, Bossetti in tribunale. "Sono tranquillo, ho fiducia nella giustizia". La difesa: "Respingere prova Dna" / VIDEO

Iniziato alle 9 il processo a Massimo Bossetti accusato del delitto di Yara Gambirasio. Vestito con polo e blue jeans ha guardato il pubblico ed è entrato nella gabbia degli imputati. La difesa chiede di respingere la prova del Dna raccolta con il boccaglio e il capo di imputazione che fa riferimento a due luoghi per l'omicidio SCHEDA - FOTO - VIDEO

Massimo Giuseppe Bossetti nel riquadro, l'arrivo sul blindato

Massimo Giuseppe Bossetti nel riquadro, l'arrivo sul blindato

Bergamo, 3 luglio 2015 - Massimo Giuseppe Bossetti ha brevemente guardato il pubblico e senza scomporsi è entrato nella gabbia degli imputati. Così, alle 9 a Bergamo, è iniziato il processo all'imputato per l'omicidio di Yara Gambirasio (LA SCHEDA), che ha scelto di essere presente in aula, come aveva annunciato. Dopo le eccezioni presentate dalla difesa e la replica del pm Letizia Ruggeri, l'udienza si è conclusa nel giro di due ore e mezza. Al termine, Bossetti ha parlato con il difensore storico, Claudio Salvagni: «Mi sento più tranquillo, ho molta fiducia nella giustizia», ha detto.

Blindato il tribunale orobico non tanto per motivi di sicurezza ma per quelli legati alla curiosita' suscitata dal caso nel corso degli ultimi quattro anni e mezzo. Una grande folla è arrivata anche da altre province, ma non c'erano, almeno nei primi minuti, i genitori della ragazzina scomparsa da Brembate il 26 novembre del 2010 e trovata morta in un campo a un quindicina di chilometri da casa tre mesi dopo. Il muratore di Mapello è in carcere dal 16 giugno dell'anno scorso con l'accusa di essere coinvolto nel delitto. Bossetti, vestito con una polo grigio scura, un blue jeans e sneaker, è statoIl furogne della polizia penitenziaria di Bergamo che trasporta Massimo Bossetti fatto entrare da un ingresso secondario del Tribunale di Bergamo a bordo di un furgone della Polizia penitenziaria da dove ha potuto accedere direttamente in aula, prendendo posto nella gabbia degli imputati, da dove ha iniziato ad assistere alla discussione sulle eccezioni preliminari seduto su una sedia, gomiti appoggiati ad un tavolo, in modo da guardare i giudici e dare le spalle al pubblico. Il suo nervosismo trapela dal continuo movimento dei piedi. L'aula è stracolma, ma il muratore ha dato solo una rapida occhiata entrando e poi non si è più voltato. Con lui nel gabbiotto ci sono tre agenti. L'udienza si è conclusa nel giro di due ore e mezza.

LA DIFESA - Gli avvocati di Massimo Bossetti hanno chiesto ai giudici della Corte d'assise di Bergamo la nullità del prelievo del Dna con un boccaglio, nel corso di un controllo stradale simulato, da cui derivò che il Dna del muratore era lo stesso di Ignoto 1. Secondo i legali Claudio Salvagni (foto sotto) e Paolo Camporini, quel prelievo doveva essere eseguito con le garanzie difensive in quanto «non si può dire che il signor Bossetti il 15 giugno dell'anno scorso non fosse indagato» (il muratore fu arrestato il 16). Nullo, per la difesa, anche il capo d'imputazione che fa riferimento a due luoghi diversi per l'omicidio di Yara Gambirasio: Brembate di Sopra e Chignolo d'Isola.

PM E TELECAMERE - Il pm, Letizia Ruggeri, in aula, ha replicato alle richieste della difesa Bossetti sull'esame del Dna e le indagini: "E' stato tutto regolare", ha precisato e "le risposte alle eccezioni sono gia' nei documenti"Il pm ha chiesto quindi di respingerle tutte e ha inoltre negato il suo assenso alle telecamere. Ha spiegato di voler evitare «una spettacolarizzazione di questa tragedia». «Devo anche rilevare - ha aggiunto - che alcuni organi di informazione non si sono comportati correttamente diffondendo notizie che non dovevano essere diffuse. Pochi media hanno avuto un atteggiamento corretto. Avere qui le telecamere potrebbe compromettere la serentià e l'esito del dibattimento». Sul punto la difesa ha spiegato di volersi associare alle richieste della parte civile, i genitori di Yara, rappresentati dagli avvocati Pezzotta e Perillo. Questi si sono pronunciati contro la presenza di telecamere in quanto "nella tragedia la famiglia ha rischiato di essere travolta e può esserlo ancora. Si può chiedere di non leggere i giornali ma non di non guardare la televisione". A decidere sara' quindi il giudice Antonella Bertoja che dara' la propria risposta alla prossima udienza il 17 giugno. 

BOSSETTI_6523688_101217I genitori di Yara si costituiranno parte civile e, come spiegato nei giorni scorsi dal loro legale, Enrico Pelillo, intendono evitare il clamore intorno alla vicenda processuale e si limiteranno a essere presenti solo quando dovranno testimoniare. Sono parecchi i curiosi che hanno voluto assistere alla prima udienza in un'aula 'blindatà in cui sono stati centellinati i posti per i giornalisti. Gia' dalle 6,30 di questa mattina numerose persone si sono messe in fila per riuscire a occupare gli 80 postidisposizione nell'aula della Corte d'Assise, del pubblico e della stampa oltre che degli addetti ai lavori. Tutte le vie intorno al tribunale sono chiuse al traffico. Metal detector nei corridoi del palazzo di giustizia dove vengono bloccate telecamere e fotocamere e imbustati e chiusi cellulari, tablet, e perfino occhiali e penne sospette di contenere telecamere nascoste. Per ora infatti ogni tipo di ripresa in aula e' vietata.