Violenza in comunità a Fontanella, parlano i due migranti intervenuti: "Urla terribili"

Il racconto choc: "Dopo aver sfondato la porta abbiamo inseguito e bloccato l'aggressore"

I due richiedenti asilo Idrissa Doumbia e Keba Diassigui

I due richiedenti asilo Idrissa Doumbia e Keba Diassigui

Fontanella (Bergamo), 24 settembre 2017 - "Ho sentito gridare la ragazza mentre stavo facendo colazione. Non ho capito quel che succedeva in bagno, ritenevo che lei avesse bisogno di aiuto. Mi sono subito alzato e insieme a Keba abbiamo sfondato la porta e abbiamo visto quello che stava succedendo: l’abbiamo aiutata perché siamo tutti fratelli, per l’amore di Dio e dell’umanità". È il racconto di Idrissa Doumbia, 28enne del Mali che insieme all’amico senegalese Keba Diassigui ha soccorso l’operatrice aggredita da un giovane della Sierra Leone, anche lui ospite della comunità “Terra promessa” di Fontanella. Idrissa è arrivato in Italia a giugno, dopo un viaggio durato quasi tre anni. In Libia - racconta - ha trascorso due mesi in prigione, dove i suoi carcerieri lo picchiavano per avere da lui o dai suoi parenti denaro per lasciarlo libero. Poi un giorno ha trovato posto su un barcone ed è approdato a Lampedusa. Da lì è stato portato a Fontanella. Non parla una parola di italiano e viene aiutato dal mediatore, Amadou. Diversa la situazione di Keba, in Italia da oltre due anni, scappato dal Senegal e dalla miseria quando era ancora minorenne. Ha un taglio di capelli alla moda e parla discretamente l’italiano.

"Ero a letto perché non faccio colazione la mattina - ha detto il ragazzo senegalese - e ho sentito gridare. Sono subito corso a vedere qualche succedeva e mi sono trovato davanti alla porta chiusa del bagno, con dentro la ragazza che gridava. Io e Idrissa abbiamo buttato giù la porta. Poi abbiamo visto il ragazzo che lasciava andare la donna e scappava dalla finestra. Abbiamo soccorso l’operatrice e l’abbiamo adagiata sul letto. Era cosciente ma molto provata. Perdeva sangue dal naso e aveva dei graffi al collo. Abbiamo inseguito il ragazzo - spiega - e si sono uniti a noi anche altri ospiti del centro. Lo abbiamo raggiunto dopo poche centinaia di metri e lo abbiamo fermato. In quel momento stavano arrivando anche i carabinieri, lo abbiamo consegnato a loro". Il giovane non aveva molti amici all’interno della casa di accoglienza. E, secondo il ragazzo del Senegal, "non sembrava proprio a posto con la testa". Idrissi ha il timore di una ritorsione razzista, anche se racconta che in paese la gente lo ferma per complimentarsi. Vorrebbe fermarsi in Italia e spera che gli diano i documenti necessari.

Keba è più sicuro di sé. Anche lui pensa di fermarsi qui. Ieri ha incontrato i due giovani anche il sindaco di Fontanella, Giuseppe Lucca. Potrebbe essere assegnato un riconoscimento ai due ragazzi, che hanno dimostrato prontezza e coraggio. Intanto l’educatrice 26enne vittima degli abusi si è rivolta all’avvocato Giulia Bongiorno che nel 2007, in coppia con Michelle Hunziker, ha dato vita alla fondazione “Doppia Difesa onlus” per fornire assistenza alle donne vittime di discriminazioni, violenze o abusi.