Lo stupratore raccontato dalla vittima: "Il profugo a caccia di siti porno"

L’operatrice se n’era accorta il giorno prima dell’aggressione

Carabinieri davanti alla cascina Fenatica (De Pascale)

Carabinieri davanti alla cascina Fenatica (De Pascale)

Fontanella (Bergamo), 23 settembre 2017 - Nel motore di ricerca del computer aveva cercato siti pornografici. Forse un film a luci rosse. Un nuovo elemento filtra sul caso dell’operatrice violentata da un immigrato ospite del centro di accoglienza della Bassa Bergamasca. La ricerca risale al giorno prima della violenza che ha portato Silvestro S., il 20enne della Sierra Leone, richiedente asilo, in carcere per aver abusato sessualmente di una operatrice di 26 anni che lavora alla cascina Fenatica, a Fontanella, e che si era accorta di quella ricerca. Un campanello d’allarme al punto da parlarne con gli altri colleghi che lavorano con lei nella struttura che attualmente ospita 31 immigrati richiedenti asilo. Il mattino dopo, la 26enne se l’è trovato sulla soglia del bagno e poi, dopo averle stretto le mani attorno al collo, l’ha trascinata all’interno. Le ha messo una mano sulla bocca, poi ha sbattuto il viso della ragazza per terra (infatti ha il volto tumefatto). In soccorso della operatrice sono intervenuti altri due ospiti della struttura, uno del Senegal e uno del Mali che hanno messo in fuga il 20enne, arrestato dai carabinieri. 

Il giovane africano era arrivato alla cascina di Fontanella il 7 agosto, dove l’operatrice si era accorta dei comportamenti strani che avevano suggerito una visita al Centro psicosociale di Romano di Lombardia. Lo psichiatra aveva riscontrato problemi di adattamento, ma nulla di più. Intanto ieri pomeriggio, nel carcere di Bergamo, si è svolto l’interrogatorio di convalida del fermo per violenza sessuale e lesioni. Assistito dal difensore, avvocato Samantha Vignati, il 20enne ha negato di avere abusato della ragazza, di averla trascinata nel bagno e di averla rinchiusa, ammettendo solo di averla spinta. Ha parlato per mezzora, rispondendo alle domande del gip Federica Gaudino. Frasi a volte sconclusionate, in inglese che hanno richiesto la presenza di un traduttore. 

Il giudicedelle indagini preliminari si è riservata sulla decisione (oggi si saprà il verdetto). Nel frattempo la ragazza ha lasciato l’ospedale di Treviglio, dove era stata ricoverata, in attesa di conoscere l’esito dell’esame del tampone che chiarirà se la violenza è stata consumata. Giovedì, nel tardo pomeriggio, ha fatto rientro a casa e sta cercando di ritrovare serenità in famiglia. Un appello alla «discrezione, alla sensibilità e al rispetto» è stato diffuso anche da una nota dell’avvocato Giulia Bongiorno.  L’operatrice ha ricevuto anche la visita del prefetto di Bergamo, Elisabetta Margiacchi, in forma strettamente personale.