Operaio condannato a 8 anni: tentò di strangolare la moglie poi salvata dalla figlia

Figlia 15enne salvò la mamma col massaggio cardiaco

Violenza sulle donne

Violenza sulle donne

Bergamo, 9 febbraio 2017 - Otto anni di reclusione per tentato omicidio, con l’esclusione dell’aggravante della premeditazione. Si è chiuso così, ieri mattina, il processo contro Costantin Sili, l’operaio moldavo di 43 anni che la mattina del 13 settembre scorso, nella sua abitazione di Campagnola, aveva cercato di strangolare la moglie, una sua connazionale, che si era salvata solo grazie all’intervento della figlia, che aveva effettuato alla madre un massaggio cardiaco e aveva poi avvisato il 118 e i carabinieri.

L’uomo, difeso dall’avvocato Isabella Colombo, è in carcere da quasi cinque mesi e ieri è stato giudicato con l’abbreviato, beneficiando quindi dello sconto di un terzo sulla pena finale, come prevede il rito alternativo. Il pm Davide Palmieri, al termine della sua requisitoria, aveva invocato 8 anni di reclusione. Prima di pronunciare la sentenza, il collegio, presieduto dal giudice Giovanni Petillo, ha ascoltato il consulente della difesa, il professor Giulio Di Mizio, che ha spiegato come i segni sul collo della donna non fossero compatibili con un tentativo di ucciderla. A scatenare la furia dell’operaio, secondo quanto accertato dai carabinieri, era stata la notizia che la moglie aveva una relazione con un’altra persona e aveva deciso di dire basta al loro matrimonio. La mattina del 13 settembre Costantin Sili era rientrato a casa alle 6.10, dopo aver concluso il turno di notte nella ditta dove lavorava. Ma non era riuscito a prendere sonno, turbato dagli sviluppi sentimentale del suo rapporto con la consorte. Aveva aspettato che la figlia più grande, 15 anni, accompagnasse a scuola il fratellino, poi aveva afferrato la moglie per il collo, mentre era ancora a letto, e aveva iniziato a stringere.

La donna era stata salvata dal ritorno a casa della figlia, che aveva trovato la porta chiusa a chiave e aveva sentito i lamenti della madre. «Se non apri la porta, mi butto giù dalle scale», aveva urlato al padre dal pianerottolo. L’uomo, alla fine, aveva ceduto e aperto alla figlia, che si era precipitata in camera da letto e aveva praticato un massaggio cardiaco alla mamma, di fatto salvandole la vita. Poi la chiamata al 118 e ai carabinieri, che avevano arrestato l’operaio. L’uomo infatti non era fuggito ma era rimasto all’interno dell’abitazione.