Sequestrato e torturato per 500 euro: indagini su una banda di nigeriani

Al termine delle torture, i tre si sono impossessati di 500 euro e del suo telefono cellulare Samsung e sono spariti, intimandogli di non denunciare quello che era successo

Una pattuglia di carabinieri (foto di repertorio)

Una pattuglia di carabinieri (foto di repertorio)

Torre Boldone, 1 novembre 2016 - Brutta avventura per un immigrato nigeriano di 30 anni che il 16 ottobre scorso è stato sequestrato da tre connazionali che gli hanno intimato di consegnare loro 500 euro. Per convincerlo, i tre lo hanno portato in un appartamento di Torre Boldone, di fatto sequestrandolo in casa, lo hanno costretto a denudarsi e poi l’hanno picchiato sferrandogli pugni e calci e percuotendolo anche con un bastone di legno. Quindi gli hanno fatto bere a forza un mix di alcol e una sostanza urticante, che gli è stata spruzzata pure negli occhi, e l’hanno ferito con un coltello al torace, dove gli è stato inciso un taglio lungo 10 centimetri.

Al termine delle torture, i tre si sono impossessati di 500 euro e del suo telefono cellulare Samsung e sono spariti, intimandogli di non denunciare quello che era successo. Per questo episodio, venerdì scorso i carabinieri del nucleo radiomobile di Bergamo hanno arrestato un nigeriano di 29 anni, residente a Torre Boldone, accusato di sequestro di persona, estorsione, rapina e lesioni. Secondo gli investigatori dell’Arma, sarebbe una delle tre persone che ha partecipato all’aggressione nei confronti del connazionale, colui che lo avrebbe ferito con il coltello e il titolare dell’appartamento di Torre Boldone dove sarebbe avvenuto il violento pestaggio. Interrogato ieri nel carcere di Bergamo dal gip Marina Cavalleri, l’extracomunitario, difeso dall’avvocato Stefania Russo, ha negato il suo coinvolgimento nella vicenda. Il giudice, però, ha confermato nei suoi confronti la misura della custodia cautelare nella casa circondariale di via Gleno. Il 29enne è stato bloccato in via Quarenghi. I carabinieri, intervenuti per una rissa tra alcuni nigeriani, quando sono arrivati sul posto hanno raccolto la testimonianza di due immigrati, che hanno indicato l’uomo come uno degli aguzzini del 30enne.

L’immigrato è stato bloccato dopo pochi minuti nelle vicinanze di via Quarenghi e condotto in carcere. Stando a quanto è stato possibile sapere da fonti investigative, il cruento episodio avvenuto il 16 ottobre a Torre Boldone farebbe parte di un’inchiesta più ampia, condotta dal pm Gianluigi Dettori, su una presunta associazione a delinquere finalizzata all’estorsione, gestita da una banda di nigeriani. Questi ultimi, sempre stando ad alcuni riscontri investigativi, costringerebbe alcuni connazionali a spacciare droga per conto loro e li obbligherebbe anche a consegnare denaro. Per chi sgarra o si rifiuta, sarebbero previste punizioni esemplari, come quella inflitta al 29enne: pestaggi e torture di ogni genere. Le indagini sono tuttora in corso per cercare di risalire a tutti i componenti dell’organizzazione, compresi i due che hanno partecipato al sequestro e al violento pestaggio del 16 ottobre scorso.