Violentata dal profugo in comunità: "La sua voce spezzata dal pianto"

Parla il maresciallo Annalisa Manfreda che ha soccorso l’operatrice di Fontanella

Il maresciallo Annalisa Manfreda

Il maresciallo Annalisa Manfreda

Fontanella (Bergamo), 22 settembre 2017 - È ancora sotto choc. Piange. I famigliari le stanno accanto e la proteggono. Fanno una sorta di cordone di sicurezza per evitare l’incursione di esterni nella camera dell’ospedale di Treviglio dove l’operatrice di 26 anni, vittima della violenza, è ricoverata da mercoledì mattina. La prognosi è di 30 giorni. Tra le prime persone che l’hanno presa in “custodia” il maresciallo ordinario Annalisa Manfreda, 32 anni, da sei nell’Arma. È stato proprio a lei che la 26enne ha confidato quello che le era accaduto: un racconto drammatico.

"È stato molto doloroso per lei – dice la marescialla Manfreda – abbiamo cercato di tranquillizzarla e poi poco alla volta ha cominciato a parlare. Un racconto sofferto, interrotto da pianti. Ci siamo lasciate con un forte abbraccio: ci vorrà del tempo perché riesca a dimenticare e lo dico da donna oltre che da rappresentante delle forze dell’ordine". Sul piano delle indagini, intanto il pm Davide Palmieri ha chiesto la convalida del carcere, con l’accusa di violenza sessuale e lesioni per Silvestro S., il 20enne richiedente asilo della Sierra Leone (difeso dall’avvocato Samanta Vignati), corporatura massiccia, sbarcato in Italia nell’agosto del 2016, che ha abusato della operatrice dopo averla trascinata nel bagno della comunità “Terra promessa” a Fontanella, nella Bassa Bergamasca, vicino al Cremonese.

L’udienza di convalida si terrà tra oggi e domani mattina. Nel frattempo saranno effettuati gli accertamenti scientifici: tamponi e Dna. Solo dopo aver cristallizzato la situazione, la procura di Bergamo avrebbe intenzione di verificare quali fossero le condizioni di sicurezza all’interno della struttura che si trova all’interno della cascina Fenetica, che ospita 31 immigrati, tra cui l’arrestato e i due richiedenti asilo, uno del Senegal e l’altro del Mali che hanno liberato l’operatrice dalla mani del bruto mettendolo in fuga. E sono sempre stati loro a indicare al maresciallo della stazione di Calcio, Andrea Murrone, dove fosse scappato.

Quanto accaduto in qualche modo può aver spezzato il precario equilibrio su cui sembra reggere la difficile convivenza coi profughi a Fontanelle. Il sindaco, Giuseppe Lucca (lista civica di centrosinistra) non ci sta: "È sbagliato strumentalizzare, anche se l’episodio è estremamente grave". E intanto ieri alle 17 in paese è arrivato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, per un presidio davanti alla struttura dove si è consumata la violenza. Con lui anche il senatore Roberto Calderoli, il deputato Invernizzi, e il segretario provinciale del Carroccio, Daniele Belotti con alcune decine di militanti. "È immorale e indegno che chi incassa oltre mille euro al giorno non apra nemmeno il portone e non risponda al campanello. Torneremo ed entreremo – ha detto Salvini –. Non è normale che una ragazza di 26 anni che sta lavorando venga stuprata da un maledetto clandestino pagato con i nostri soldi".