Stupro di Fontanella, "Silvestor è pericoloso": resta in carcere

Così il gip ha motivato la convalida del fermo per Slowe, 20 anni richiedente asilo della Sierra Leone accusato di violenza sessuale e lesioni

La cascina Fenatica che accoglie profughi

La cascina Fenatica che accoglie profughi

Fontanella (Bergamo), 26 settembre 2017 - "Denota una spiccata e violenta pericolosità sociale, non controlla le pulsioni, situazione che appare determinata dalla mancanza di freni inibitori, rispetto agli impulsi sessuali. E, tenuto conto che dopo i fatti avesse cercato di scappare, esiste il pericolo di fuga, e per questo il carcere resta l’unica misura idonea per far fronte alle esigenze cautelari".

Così, in otto paginette, quante compongono il dispositivo, il gip Federica Gaudino, in linea con la richiesta del pm Davide Palmieri ha motivato la convalida del carcere per Silvestor Slowe, 20 anni, nato a Freetown (Sierra Leone) richiedente asilo, arrestato per violenza sessuale e lesioni. Assistito dall’avvocato Samantha Vignati, durante l’interrogatorio di convalida, che si è tenuto venerdì scorso, il giovane, esprimendosi solo in inglese (tanto che è stata necessaria la presenza di un interprete) ha negato di aver abusato dell’operatrice di 26 anni che lavora alla cascina Fenatica di Fontanella, nella Bassa Bergamasca, dove mercoledì mattina sono avvenuti i fatti.

La ragazza ha già lasciato l’ospedale di Treviglio per fare ritorno a casa: la prognosi è di 30 giorni. Del suo caso si occupa l’avvocato Giulia Bongiorno che ha deciso di patrocinare la mediatrice. La struttura di Fontanella, controllata dalla Cooperativa Rinnovamento attualmente ospita 31 immigrati, tutti richiedenti asilo, fuggiti dalle loro drammatiche realtà. Un viaggio della speranza. Silvestor era arrivato alla cascina il 7 agosto. La stessa operatrice si era accorta che l’immigrato aveva un comportamento strano. E proprio per questo motivo era stato sottoposto a visita al Centro psisociale di Romano di Lombardia, dove lo psichiatra aveva riscontrato problemi di adattamento, ma alla luce di quanto è accaduto, non è escluso che venga richiesta un’altra perizia dalla procura. Quella mattina la mediatrice era in bagno, a un certo punto ha sentito dei passi provenire dalla stanza attigua. I passi erano quelli di Silvestor, che dopo averla aggredita, e dopo averla immobilizzata, le ha chiusola bocca con una mano per non farla gridare, strattonandola violentemente a sbattendola contro una scala a chiocciola. "Mi premeva con forza la sua mano destra sulla mia bocca. Mi ha spinta contro la parete di plastica della doccia per baciarmi" ha raccontato la vittima ai carabinieri, un racconto drammatico. A salvarla sono stati due ospiti della struttura, Keba Diuassi e Idrissa Doumbia, del Senegal e del Mali. Quando i due ospiti della cascina hanno aperto la porta del bagno, la ragazza era a terra, volto tumefatto: aveva i pantaloni e gli slip alle ginocchia.