Unioni civili nello sgabuzzino, il Tar condanna il sindaco leghista

Stezzano, negata la sala matrimoni a due uomini che volevano sposarsi

Unioni civili

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Stezzano, 31 dicembre 2016 - La vicenda era salita agli onori delle cronache circa due mesi fa, quando due uomini, conviventi da anni nel comune di Stezzano, si erano rivolti al Tar di Brescia chiedendo di essere autorizzati a utilizzare la sala riservata ai matrimoni per la celebrazione della propria unione civile. Qualche giorno prima, infatti, uno dei due si era recato in municipio per chiedere quale documentazione fosse necessaria per la cerimonia, ma gli era stato risposto da una impiegata che la Giunta guidata dal sindaco leghista Elena Poma aveva da poco firmato una delibera che disponeva che le unioni civili fossero celebrate in una sala adiacente all’ufficio Anagrafe. Secondo l’uomo, una stanza angusta e indecorosa, un vero e proprio sgabuzzino tra vecchi faldoni e scrivanie. Così, d’accordo con il compagno, si era rivolto al Tar, chiedendo l’annullamento della delibera e di poter usare la sala dei matrimoni. I giudici amministrativi hanno dato ragione ai due conviventi sostenendo che una amministrazione non può celebrare le nozze nel salone degli affreschi e le unioni civili in un ufficetto qualsiasi.

Il Tar, che ha anche condannato il Comune a pagare le spese (circa 6mila euro) alla coppia, ha richiamato la legge Cirinnà, quella sulle unioni civili: «Le disposizioni che si riferiscono al matrimonio, ovunque ricorrono nelle leggi e negli atti amministrativi, si applicano anche ad ognuna delle parti dell’unione civile». Non solo. La delibera prevedeva pure che le unioni civili fossero celebrate dai consiglieri comunali disponibili oppure da un dipendente delegato. Il Tar contesta anche questo passo, affermando che la Giunta di Stezzano individua a priori i soggetti abilitati alle celebrazioni. E tra questi non c’è il primo cittadino. Ma questa preventiva autoesclusione del sindaco, scrivono i giudici amministrativi, costituisce un’obiezione di coscienza non prevista dalla legge e anche un tentativo di aggirare la volontà del Parlamento. Soddisfatti i legali della coppia, gli avvocati Massimo Giavazzi e Stefano Chinotti: «Con questa sentenza si vuole sottolineare la condotta ingiustificata dell’ente pubblico». Esultano anche il Pd di Stezano, Arcigay Bergamo Cives e Stezzano Bene Comune, unico gruppo di minoranza ad aver fornito, tramite un proprio consigliere, la disponibilità a esercitare la delega per officiare le unioni civili.

Il sindaco Elena Poma, contattata più volte, non ha mai risposto alle chiamate. Davanti al Tar, l’Amministrazione comunale si è difesa spiegando che la delibera è stata equivocata e non si applica solo alle unioni civili, ma anche ai matrimoni. Significa che, stando al Comune di Stezzano, anche le nozze avrebbero potuto essere celebrate all’interno dell’ufficetto accanto all’Anagrafe. Una versione che, evidentemente, non ha convinto i giudici.