Spirano: "Cgil? Delinquenti e parassiti". Sindaco a processo

Una frase postata su Facebook e rivolta contro l’ex segretario della Cgil di Bergamo, è costata il rinvio a giudizio per diffamazione al sindaco leghista di Spirano, Giovanni Malanchini

Il sindaco Giovanni Malanchini

Il sindaco Giovanni Malanchini

Spirano, 12 dicembre 2016 - «La Cgil? Un covo di delinquenti e parassiti». Questa frase, postata su Facebook e rivolta contro l’ex segretario della Cgil di Bergamo, Luigi Bresciani, è costata il rinvio a giudizio per diffamazione al sindaco leghista di Spirano, Giovanni Malanchini. La vicenda risale allo scorso luglio, quando l’allora segretario Cgil si era rifiutato di partecipare ad un incontro sulla riforma Fornero organizzato nell’ambito della festa della Fiom, che prevedeva anche la partecipazione del capogruppo della Lega Nord alla Camera, Massimiliano Fedriga. «Fascisti e razzisti non hanno spazio da noi», aveva affermato Bresciani per giustificare la propria assenza. Parole che avevano mandato su tutte le furie il primo cittadino di Spirano, che su Facebook aveva risposto per le rime al sindacalista, descrivendo appunto la Cgil come un «covo di delinquenti e parassiti».

Immediatamente si era scatenata la polemica sui social tra Malanchini e Bresciani a colpi di post: il sindacalista aveva chiesto le scuse all’esponente lumbard, che aveva acconsentito solo nel caso fossero state reciproche. La vicenda è poi finita in tribunale, in quanto Bresciani ha deciso di querelare Malanchini per diffamazione. È seguita la controquerela del sindaco contro Bresciani, che è stata però archiviata. Una decisione che non è affatto piaciuta a Malanchini: «Non capisco - spiega il sindaco di Spirano - perché dare del razzista a un esponente della Lega possa essere considerato una parte del dibattito politico, mentre le mie dichiarazioni siano diffamatorie. Senza contare che è stato Bresciani il primo ad insultare. Quello che si potrebbe evincere dalla decisione del giudice è che chiunque possa alzarsi la mattina e insultare un rappresentante della Lega dandogli del razzista. Si tratta di un epiteto grave - conclude Malanchini - , che non si addice perdipiù alla mia persona: sono stato infatti l’unico ad aver nominato come assessore un uomo di origini nigeriane. Non mi risulta, invece, che alla Cgil ci siano dirigenti con un colore della pelle diverso dal nostro».