Bergamo come Firenze, niente fast food e sexy shop in Città Alta e nei borghi

Anche la città orobica adotta il decreto sul decoro

La camminata in via San Tomaso appena risistemata con il ripristino del vecchio acciottolato Negozi e attività dovranno essere in linea

La camminata in via San Tomaso appena risistemata con il ripristino del vecchio acciottolato Negozi e attività dovranno essere in linea

Bergamo, 25 aprile 2017 - Sarà la prima città lombarda, la seconda dopo Firenze, ad applicare il decreto Franceschini che tutela il patrimonio culturale. Che significa: niente fast food, self service, sexy shop e centri massaggi a Città Alta. E nei borghi i negozi dovranno sottostare a una serie di regole per il decoro.

Gli interventi del Comune, che puntano ad alzare la qualità del commercio, inizieranno entro un paio di mesi, in via sperimentale per un anno e mezzo, in accordo con Ascom, Confesercenti e direttivo del Distretto urbano del commercio (Duc) Dal punto di vista estetico e del decoro, l’intervento riguarderà una vasta area cittadina, tra cui i borghi (Santa Caterina, Pignolo e Borgo Palazzo), Città Alta ( Borgo Calale) e il centro città (Quarenghi, Sant’Alessandro e San Leonardo). Vetrine, insegne, saracinesche e ingressi dei negozi in città, per esempio, come prima regola dovranno essere in totale armonia con lo stile architettonico dell’edificio di cui fanno parte, avere interni illuminati e vetrine con esposizione dei prodotti, non ad esempio come appoggio scaffali. Indicazioni con effetto retroattivo: i negozi avranno tre mesi per adeguarsi.

Per il settore merceologico, invece, ci sarà una particolare attenzione agli esercizi commerciali di Bergamo Alta. «Lo scopo è di tutelare e valorizzare la bellezza di antichi borghi e centri storici della città che accolgono da sempre numerosi turisti - ha spiegato il sindaco Giorgio Gori -. Questi interventi, che interesseranno le 63 merceologie in Città Alta, sono indispensabili per favorire chi vi abita». Secondo i codici Ateco, infatti, si potrà stabilire quali attività possono essere ammesse o meno in Città Alta. Escluse da una possibile apertura, sono quelle che riguardano paninoteche e pizzerie d’asporto; fast food e self service che dispongono di posti a sedere; centri dimagranti, saloni per massaggi estetici, saune, solarium, sexy shop e distributori automatici.