Romano di Lombardia, l’operaio è il nipote del boss: spaccia droga ma non la usa

Arrestato e scarcerato. Il blitz è partito da una soffiata alla caserma di Treviglio

Carabinieri di Bergamo

Carabinieri di Bergamo

Romano di Lombardia (Bergamo), 20 gennaio 2018 - Tutto è partito dalla “soffiata” di un confidente dei carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della caserma di Treviglio che parlava di un via vai sospetto nell’abitazione di Romano di Lombardia di un operaio 28enne di origini calabresi, Christian Romano. Gli investigatori dell’Arma si sono messi subito al lavoro e in pochi giorni hanno accertato che l’uomo deteneva in casa droga, cocaina.

Non solo. I militari hanno anche scoperto che era il nipote di Giuseppe Romano, conosciuto anche con il nomignolo di “Pino”, 59 anni, originario di Briatico (Cosenza), ma da anni residente a Romano di Lombardia, un’esistenza improntata alla tranquillità, in passato titolare proprio a Romano di due imprese edili, ma considerato dagli inquirenti il referente della ’ndrangheta nella Bassa Bergamasca: nel 2012 era stato arrestato durante l’operazione Nduja, che aveva fatto finire in manette 150 persone. Per quel blitz “Pino” era stato condannato a 26 anni in primo grado, a 20 in appello e a 8 anni e 2 mesi al termine del secondo processo dopo che il primo era stato annullato dalla Corte di Cassazione: nei suoi confronti era però caduta l’accusa di associazione di stampo mafioso. Il blitz nell’appartamento di Christian Romano risale a giovedì.

Il 28enne, alla vista delle forze dell’ordine, in un primo momento nega di avere con sé della sostanza stupefacente, ma poi, vedendo che i carabinieri di Treviglio e i colleghi della stazione di Romano hanno intenzione di perquisire la casa, si reca in salotto, apre la federa di un cuscino del divano e consegna spontaneamente una decina di grammi di cocaina, suddivisa in dosi, nonché della mannite, sostanza da taglio, e un bilancino digitale di precisione utilizzato per la pesatura e la divisione della droga. «Non sono un consumatore di droga, l’avevo in casa perché volevo venderla», ha detto ieri mattina il 28enne durante il processo per direttissima. Il giudice Stefano Storto ha convalidato l’arresto e ha disposto la scarcerazione dell’uomo, senza nessuna misura. Il dibattimento è stato aggiornato al 22 febbraio, giorno in cui è prevista la sentenza.