Moglie a processo per l'avvelenamento del marito, in aula l'amante della donna

Premolo, la testimonianza di Roberto Quaranta al quale Laura Mappelli, accusata di aver avvelenato il marito, avrebbe confidato: "Sospettano di me, ma non sono stata io"

Laura Mappelli (De Pascale)

Laura Mappelli (De Pascale)

Bergamo, 25 maggio 2017 - Attimi di tensione, questa mattina in tribunale, durante la nuova udienza del processo che vede imputata Laura Mappelli, infermiera 49enne di Premolo, arrestata dalla squadra mobile di Bergamo il 12 dicembre 2015 con l'accusa di aver sciolto per intontirlo, il 4 dicembre 2015, un sonnifero nel caffè del marito, Lino Rossi, 51 anni, e poi di avergli somministrato, attraverso un'iniezione, insulina e triazolam: l'uomo era stato ricoverato in gravi condizioni per una crisi ipoglicemica.

Sulla sedia dei testimoni è comparso l'amante della donna, Roberto Quaranta, 50 anni (la loro relazione va avanti tutt'ora), di professione autista, che ha spiegato al collegio giudicante, presieduto dal giudice Antonella Bertoja, che all'epoca dei fatti non si era preoccupato di chiedere alla donna se era stata lei ad avvelenare il coniuge. Il pm Laura Cocucci gli ha contestato che durante le indagini l'uomo aveva invece parlato con la Mappelli che gli aveva detto: "Sospettano di me, ma non sono stata io". Il giudice Antonella Bertoja, spazientita dalle risposte di Quaranta, lo ha invitato ad uscire dall'aula e a "riflettere sulle sue risposte". Dopo l'audizione di altri due testimoni dell'accusa, l'uomo è rientrato in aula e, pur tra mille distinguo, ha detto di ricordarsi dell'episodio. Il processo è stato rinviato al 6 giugno prossimo, quando sarà sentita Laura Mappelli, che ha sempre respinto le accuse, sostenendo che, dopo aver trovato il marito agonizzante in casa, fu lei a praticargli un massaggio cardiaco, pensando fosse stato colto da infarto.