Treviolo, il colonnello a caccia di cybercriminali premiato per i libri sui rischi del web

Mario Leone Piccinni riceverà il Cartagine riservato ai protagonisti della cultura

Mario Leone Piccinni

Mario Leone Piccinni

Treviolo (Bergamo), 1 dicembre 2017 - Vive con la moglie e i due figli di 13 anni a Treviolo, dove è approdato quando ha cominciato a frequentare l’Accademia della guardia di finanza. La divisa e la carriera hanno poi portato il tenente colonnello delle Fiamme gialle Mario Leone Piccinni, 47 anni, in giro per l’Italia, a Milano, Cagliari, Lecco e adesso a Genova. Appena può e ogni fine fine settimana ritorna però a casa, in provincia di Bergamo. Oltre che di conti correnti, finanze e tasse, è un esperto di crimini informatici, specialmente quelli legati alla pedopornografia, sebbene abbia conseguito la maturità classica e quattro lauree in campo giuridico che con computer e programmi c’entrano poco.

Eppure, «nonostante sia un autodidatta e abbia cominciato a interessarmi alla materia quasi per caso solo nel 2001», come spiega lui, è diventato uno dei migliori 007 italiani della rete e uno dei più bravi investigatori del web: dà la caccia soprattutto ai cybercriminali che sono in cerca di bambini e ragazzini da fotografare, adescare e abusare. Sull’argomento ha scritto parecchi libri, collabora con prestigiose riviste specializzate e colossi internet, tra cui Yahoo, e sale spesso in cattedra alla Bicocca di Milano, a Bergamo e Cagliari. Come “scolari” ha avuto pure, durante un convegno a Montecitorio, gli onorevoli deputati. Le sue competenze e il suo impegno gli sono già valsi il titolo di Cavaliere all’ordine al merito della Repubblica italiana. Domani, a Roma, riceverà invece il prestigioso Premio internazionale Cartagine, un riconoscimento riservato a chi contribuisce alla crescita ed alla diffusione della cultura e del sapere, come Lucio Dalla, Antonino Zichicchi, Antonio Banderas, Ennio Morricone, Franco Zeffirelli, solo per citare alcuni illustri predecessori.

«In ragione dei numerosi libri pubblicati sul mondo del web e sul delicato tema del cyberbullismo e per l’importante opera di tutela svolta nel corso di anni di indagini di polizia giudiziaria e di lodevole attività di docenza in favore di ragazzi, genitori e docenti, sulla delicata tematica dei pericoli derivanti da un uso poco prudente di internet e delle piattaforme di comunicazione e delle community online», recita la motivazione. L’ufficiale è convinto che resti ancora molto, forse troppo da fare in termini di prevenzione e educazione: «Ogni volta che incontro studenti, insegnanti, genitori, mi accorgo di quanta sia diffusa la scarsa conoscenza dei pericoli del web. Ecco, io con i miei libri e le mie lezioni voglio diffondere e condividere quello che ho imparato, affinché a tanti sia risparmiato quello che purtroppo in troppe occasioni ho visto io».