Bergamo, maestro pedofilo: lo Stato rischia di dover risarcire

Ha preso il via al tribunale di Brescia il processo civile per stabilire gli indennizzi che dovrà versare l'ex insegnante della scuola elementare di Palosco

Striscioni appeso dai genitori fuori dalla scuola di Palosco (De Pascale)

Striscioni appeso dai genitori fuori dalla scuola di Palosco (De Pascale)

Palosco (Bergamo), 7 luglio 2017 - Ha preso il via ieri, giovedì 6 luglio, al tribunale di Brescia il processo civile per stabilire gli indennizzi che dovrà versare A. M., 67 anni, ex insegnante della scuola elementare di Palosco, condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione a 10 anni di reclusione per violenza sessuale nei confronti di nove suoi alunni, tutti maschi, tra gli 8 e i 13 anni. L’uomo era stato arrestato il 17 aprile 2012 all’interno dell’istituto scolastico, dove lavorava da 34 anni (gli abusi erano avvenuti un anno prima) e ora sta scontando la pena in una struttura protetta. Dato che le violenze erano avvenute all’interno di un istituto statale da parte di un dipendente che non ha disponibilità economica a sufficienza, il risarcimento milionario che A. M. dovrà versare ai suoi ex alunni, sei dei quali assistiti dall’avvocato Stefania Botti, sarà a carico del ministero dell’Istruzione, cioè dello Stato. Ieri, però, il dibattimento si è aperto con una sorpresa: l’Avvocatura dello Stato ha chiesto che a pagare l’indennizzo sia l’assicurazione della scuola. Il giudice si è riservato la decisione e ha rinviato il processo a settembre.

A far scattare le indagini era stata la denuncia di un alunno. Il ragazzino aveva raccontato alla mamma di aver subìto le molestie nel bagno del seminterrato. I carabinieri avevano allora installato microcamere e cimici nel luogo indicato dal bambino: in quel punto, solo qualche giorno più tardi, l’insegnante era stato scoperto in flagrante proprio con la stessa vittima che lo aveva denunciato. Dopo quella segnalazione, altri alunni avevano trovato il coraggio di parlare: "Ci faceva delle cose brutte. Alle femmine non faceva niente, ma solo ai maschi". L’insegnate, al termine del processo di primo grado, celebrato al tribunale di Bergamo, aveva risarcito solo due vittime, versando 30mila euro. Una somma molto inferiore anche alla sola provvisionale stabilita dal giudice, 360mila euro.