L’albo degli imam e i sermoni tradotti: a Bergamo un patto con l’altro Islam

I musulmani e il Comune contro i rischi del radicalismo e il fanatismo

L’assessore Giacomo Angeloni durante la preghiera in palestra (De Pascale)

L’assessore Giacomo Angeloni durante la preghiera in palestra (De Pascale)

Bergamo, 23 giugno 2017 - La paura della radicalizzazione. Il rischio di infiltrazioni. La contrapposizione sempre più dura. Ma, nei rapporti con l’Islam, «esiste anche un’altra strada». E Bergamo prova a percorrerla, prima città d’Italia, con un patto con il mondo musulmano. Per proseguire e sviluppare il dialogo e il confronto. Per contrastare il fenomeno del radicalismo religioso. Per promuovere, con l’amministrazione comunale, un albo degli imam e delle guide religiose di Bergamo, affinché possano assicurare l’attuazione dei principi di convivenza. E per garantire che i luoghi di preghiera e di culto siano mantenuti nel rispetto delle norme di sicurezza. Anzi, potranno essere visitate anche da cittadini non musulmani. E ancora. Adoperarsi perché i sermoni del venerdì siano tenuti o tradotti in italiano. Assicurare la massima trasparenza nella gestione e documentazione dei finanziamenti ricevuti dall’Italia o dall’estero. Proseguire, infine, nell’organizzazione di eventi pubblici per la promozione del dialogo interculturale.

Sono i sette impegni che i rappresentanti dei circa cinquemila musulmani di Bergamo hanno preso sottoscrivendo con il Comune il “Patto con l’Islam a Bergamo: cittadinanza, rispetto e trasparenza per una migliore sicurezza”. «Questo accordo - sottolinea soddisfatto l’assessore ai Tempi Urbani, Giacomo Angeloni - rappresenta un punto di partenza per il miglioramento della convivenza e della sicurezza in città: tutti i firmatari si impegnano a rispettare le regole della convivenza civile, ad assicurare controllo e trasparenza sul proprio operato e a contrastare fenomeni come il radicalismo religioso». Grazie a questa iniziativa, il capoluogo orobico è la prima città italiana a disciplinare i propri rapporti con le comunità islamiche presenti sul territorio, recependo gli accordi che il ministro dell’Interno Marco Minniti ha siglato in ambito nazionale lo scorso febbraio a Roma: una serie di impegni reciproci per migliorare la convivenza.

Nei giorni scorsi I il sindaco Giorgio Gori e l’assessore Angeloni hanno incontrato le diverse comunità, gruppi e associazioni islamiche presenti in città e hanno concluso accordi per «un Islam espressione di una comunità locale aperta, integrata e aderente ai valori e ai principi dell’ordinamento dello Stato». «In questo modo - prosegue Angeloni - quando i musulmani parteciperanno al Tavolo ufficiale di dialogo e confronto tra le istituzioni e le comunità musulmane che il Comune si impegna ad istituire saranno in grado di segnalare eventuali criticità e magari possibili soluzioni».