Colpì alla testa e derubò un passante: rapinatore seriale rinviato a giudizio

E' lo stesso uomo che a marzo 2016 sul convoglio della linea ferroviaria S5 Treviglio-Varese aggredì una 22enne bergamasca colpendola con un martelletto frangivetro per derubarla

Marian Verdi, pluripregiudicato romeno di 32 anni,  ieri è stato rinviato a giudizio per rapina aggravata e lesioni

Marian Verdi, pluripregiudicato romeno di 32 anni, ieri è stato rinviato a giudizio per rapina aggravata e lesioni

Romano di Lombardia (Bergamo), 28 aprile 2017 - Il 6 marzo 2016, nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Romano di Lombardia, aggredì, colpendolo alla testa con un oggetto contundente, un automobilista di 43 anni, fuggendo poi con il suo portafogli contenente i documenti personali, 120 euro in contanti, due bancomat e la carta di credito. La vittima aveva parcheggiato la vettura e aveva raggiunto un bar della zona, che quel giorno però era chiuso. Quindi era tornato sui suoi passi e poco prima di raggiungere la sua macchina era stato aggredito. Per questo episodio l’aggressore, Marian Verdi, pluripregiudicato romeno di 32 anni, ieri è stato rinviato a giudizio per rapina aggravata e lesioni dal gup del tribunale di Bergamo, Marina Cavalleri.

Il processo nei suoi confronti inizierà il 15 maggio del 2018. Quello bergamasco non è però l’unico procedimento giudiziario contro il 32enne romeno, che è un vero e proprio rapinatore seriale. L’uomo, il 10 novembre scorso è stato infatti condannato dal gup di Milano Livio Cristofano a 10 anni di reclusione (pena ieri confermata dalla Corte d’Appello di Milano) per tentato omicidio e rapina aggravata, compiuti la sera del 19 marzo 2016, sul convoglio della linea ferroviaria S5 Treviglio-Varese (in territorio milanese), ai danni della 22enne bergamasca Sara Arnoldi, 22 anni, di Ciserano, studentessa di Economia della Cattolica di Milano. La giovane, che si trovava sul treno diretto al capoluogo lombardo per trascorrere la serata con amici, era stata colpita alla testa e alle mani con un martelletto frangivetro e poi derubata di cellulare e 15 euro. La vittima venne ricoverata all’ospedale San Raffaele di Milano e fu dimessa dopo due settimane. Il romeno, fuggito dopo l’aggressione, venne invece trovato in una casa diroccata usata come rifugio di fortuna vicino alla stazione di Cassano d’Adda.

Numerosi gli indizi a suo carico: il riconoscimento dettagliato della giovane, che si trovava sola sul vagone; la presenza di tracce di sangue di Sara Arnoldi sui pantaloni con le toppe alle ginocchia indossate dall’aggressore al momento della rapina; le immagini delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza della stazione di Cassano d’Adda che lo avevano ripreso con un cappellino giallo in testa (poi rinvenuto nel suo rifugio) proprio mentre cui saliva sul treno, pochi istanti prima dell’aggressione alla studentessa. Le indagini successive hanno consentito alle forze dell’ordine di attribuire a Verdi anche la rapina di Romano di Lombardia e quella, compiuta il 3 marzo 2016 a Rovato, sul treno della Brescia-Verona, ai danni di una ragazza, per la quale il 28 ottobre scorso il romeno è stato condannato dal tribunale di Brescia a 3 anni e 2 mesi. Stando al bilancio di Trenord snocciolato dall’assessore Alessandro Sorte, dall’introduzione delle guardie armate lo scorso 10 aprile, i portoghesi scovati sui treni senza biglietto sono già quasi 3.400: circa duecento al giorno.