Omicidio Seriate, sull’arma del delitto il dna del marito

All’esame del Ris una traccia genetica riferibile ad Antonio Tizzani, resta da capire di che tipo: sangue, sudore o saliva

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Seriate, 30 novembre 2016 - L'omicidio della ex professoressa Gianna Del Gaudio, 63 anni, sgozzata nella sua villetta di piazza Madonna della Neve, a Seriate, nella notte tra il 26 e il 27 agosto, potrebbe essere a una svolta. Sul taglierino, indicato dagli inquirenti come arma del delitto e nascosto in un sacchetto assieme a un paio di guanti bianchi di lattice insanguinati, è stata isolata una traccia genetica riconducibile a Antonio Tizzani, 68 anni, il marito della vittima e unico indagato a piede libero per la morte della moglie. Un dettaglio importante, anche se ancora non si sa di che tipo di traccia di dna si tratti: sangue, sudore o saliva. Proprio per questo motivo, tra oggi e domani nei laboratori del Ris di Parma verranno effettuati ulteriori accertamenti e analisi per comprendere la tipologia della traccia.  Gli investigatori per ora non si sbilanciano, anche perchè prima devono capire come il dna del marito della vittima sia finito sul taglierino: l’arma, infatti, era contenuta in un sacchetto che era in casa Tizzani e quindi la traccia potrebbe essere finita li per contaminazione. Inoltre, sui guanti bianchi in lattice trovati nel sacchetto insieme al taglierino sporco del sangue della vittima, non sono state rilevate tracce dell’indagato, ma tracce di un dna ignoto. Per individuare a chi potesse appartenere sono stati fatti oltre settanta tamponi salivari, prelevati ai parenti dell’indagato, ai vicini, all’uomo che ha trovato l’arma e agli addetti delle pompe funebri, ma senza alcun riscontro.

Antonio Tizzani, dal canto suo, ha sempre sostenuto che a uccidere la moglie è stato un incappucciato, un uomo sconosciuto che ha visto fuggire dalla villa subito dopo aver scoperto il cadavere della moglie. Una tesi che non ha mai convinto chi indaga, anche perchè non ha trovato riscontri: nè le testimonianze raccolte dai carabinieri tra i vicini di casa della vittima hanno confermato la presenza del misterioso incappucciato, nè le immagini registrate quella notte dalle telecamere di videosorveglianza hanno mai immortalato uno sconosciuto che fuggiva.