Omicidio di Seriate, il rebus dna. Sotto la lente 70 campioni di saliva

Il Ris li confronterà con la traccia “ignota” trovata sui guanti del killer

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Gianna Del Gaudio e Antonio Tizzani

Seriate (Bergamo), 29 ottobre 2016 -Sono amici, vicini, baristi, negozianti della zona. Hanno rilasciato il loro campioni salivari che si aggiungono a quelli già prelevati a carabinieri, operatori del 118, addetti alle pompe funebri, a quanti la sera del 26 agosto intervennero nella villetta di Seriate dove era stata assassinata Gianna Del Gaudio. Sono stati effettuati i tamponi anche al commerciante che vendette a Gianna e al marito Antonio Tizzani il sacchetto delle mozzarelle (ritrovato il 6 ottobre nella siepe di un vicino condominio) e all’autore del ritrovamento. In tutto 70 campioni già consegnati agli esperti del Ris, che ne ricaveranno i dna da confrontare con un altro dna, ancora sconosciuto, rimasto sui guanti che erano dentro il sacchetto insieme all’arma del delitto. Come per il caso Yara Gambirasio. Il Ris di Parma è chiamato a decifrare un “ignoto” genetico. Il cutter che ha sgozzato la professoressa in pensione, con abbondanti tracce ematiche della vittima. Un paio di guanti in lattice, anch’essi sporchi del sangue di Gianna. Il sacchetto che li conteneva. Sui guanti è stata scoperta anche una traccia “mista”: il sangue della vittima a cui è sovrapposto un dna maschile. Non é di Antonio Tizzani, unico indagato per la morte della moglie, e neppure dei figli Paolo e Mario. Sul taglierino e sul sacchetto non sono state trovate altre tracce biologiche. È il punto focale, oggi, delle indagini: scoprire chi ha lasciato questa testimonianza di sé. Se si accertasse che il dna sconosciuto è stato rilasciato casualmente da uno degli operatori presenti sulla scena dell’omicidio, si acquisirebbe una certezza, da una parte, e dall’altra scaturirebbe un altro interrogativo: chi ha fatto compiere al sacchetto che conteneva il cutter e i guanti il tragitto di 600 metri dall’abitazione dei Tizzani alla siepe dove lo ha abbandonato? Chiunque sia stato lo ha fatto dopo che forze dell’ordine e soccorritori avevano lasciato la scena del delitto. È plausibile una ricostruzione del genere? La traccia senza nome potrebbe appartenere, invece, al distributore che ogni venerdì riforniva i Tizzani di mozzarelle di bufala e lo aveva fatto anche il giorno prima dell’omicidio. Oppure all’uomo che ha ritrovato il sacchetto. Sul sacchetto non ci sono tracce biologiche, ma non si può escludere che dopo essere trasmigrato sui guanti il dna misterioso si sia cancellato dal sacchetto. Se infine il dna non riconducesse a nessuna di queste figure, tutte le ipotesi sarebbero in campo, a cominciare da quella che si tratti dell’assassino.