Omicidio Seriate, il mistero dei profumi comprati da Gianna: sotto la lente le spese extra

I regali forse all'origine della lite col marito la notte del delitto

La vittima Gianna del Gaudio con il marito Antonio Tizzani, unico indagato per l’omicidio della moglie (De Pascale)

La vittima Gianna del Gaudio con il marito Antonio Tizzani, unico indagato per l’omicidio della moglie (De Pascale)

Seriate (Bergamo), 6 ottobre 2016 - Per quei regali, confezioni di profumi e creme di bellezza, che i carabinieri hanno sequestrato martedì durante la perquisizione nella villetta teatro dell’omicidio, la professoressa Gianna Del Gaudio aveva speso poco più di 200 euro. Acquisti fatti in estate ad Avellino, durante la vacanza a San Giovanni Rotondo (Gianna era devota di Padre Pio) e pagati con la sua carta di credito. Alcuni li aveva consegnati lei stessa il 26 agosto durante la cena al figlio Mario e alla fidanzata Alessandra, poche ore prima di essere uccisa in modo brutale nella cucina di casa con un taglio profondo alla gola.

Gli altri regali che la professoressa non aveva avuto il tempo di consegnare, e destinati a parenti, conoscenti e amici, sono finiti nello scatolone che gli investigatori hanno portato nella caserma di via delle Valli. Così come i due vecchi cellulari di Gianna, un tablet e un pc datato che la vittima utilizzava per scrivere i suoi appunti. Tutto ora verrà analizzato per cercare di ricostruire il contesto famigliare in cui vivevano Gianna e il marito Antonio Tizzani, unico indagato, sposati da oltre 35 anni. Un aiuto in questo senso potrebbe arrivare anche dall’analisi dei biglietti (tra cui anche quelli di auguri per le festività) e delle lettere, ricevuti anche al di fuori del contesto familiare, e dagli appunti scritti dall’insegnante e trovati nel suo cassetto. Effetti personali che di per sé potrebbero anche valere poco, ma che inseriti in un contesto specifico potrebbero aiutare gli investigatori a ricostruire la personalità di Gianna, i suoi rapporti all’interno della famiglia, in particolare con il marito, il suo “amore” di una vita, come lo chiamava teneramente sulla bacheca Facebook.

È sulla vita privata della coppia che ormai gli investigatori hanno deciso di insistere maggiormente, alla ricerca di un movente che possa contribuire a risolvere il giallo. Pare comunque da escludere l’ipotesi che l’insegnante avesse una relazione extraconiugale. Aveva però conoscenze e frequentazioni anche al di fuori delle quattro mura domestiche, se non altro per via del suo lavoro di ex docente di lettere all’istituto Rubini di Romano di Lombardia. Possibile che qualche suo atteggiamento, o qualche scritto o lettera possa aver fatto perdere la testa al suo “amore” di una vita? I risultati dei Ris, sono attesi entro la fine del mese, ma le indagini proseguono indipendentemente.