Omicidio di Seriate, il marito: "Ho visto il killer di Gianna"

Tizzani ripercorre quei lunghi istanti faccia a faccia con l’uomo incappucciato: "Che stai facendo con la borsa di mia moglie?"

Antonio Tizzani arriva in Procura (De Pascale)

Antonio Tizzani arriva in Procura (De Pascale)

Seriate (Bergamo), 22 settembre 2016 - Sono passati ormai 26 giorni dal delitto di Seriate, ma ancora non si intravvede una svolta nel giallo di fine estate. Svolta che però potrebbe arrivare solo a inizio ottobre dai risultati delle analisi dei Ris di Parma, effettuate sulle tracce e sugli oggetti sequestrati nella villetta di piazza Madonna della Neve, teatro dell’omicidio dell’ex insegnante di lettere Gianna Del Gaudio, 63 anni. Ma per le risposte ci vuole ancora tempo. Antonio Tizzani, 68 anni, marito della vittima e unico indagato a piede libero (un atto dovuto), ha scelto la via del silenzio. Convocato martedì in procura dal pubblico ministero Laura Cocucci per il suo primo interrogatorio, il marito della vittima ha fatto scena muta. E all’uscita dalla procura ha cercato di dribblare i giornalisti ed evitare le domande. 

Solo mugugni, gesti d’intesa con gli occhi, un dito puntato sulla fronte, la mano sulla bocca, e null’altro. Molta mimica, pochissime parole davanti a microfoni e telecamere. Alle domande dei cronisti, Tizzani ha ribadito «Se mi manca mia moglie? Certo che mi manca. E molto». Per lui invece ha parlato il suo avvocato, Giovanna Agnelli: «Abbiamo scelto di avvalerci della facoltà di non rispondere, è la nostra linea difensiva». Dunque tante ipotesi. È lecito pensare che con la convocazione in procura, il pm e gli investigatori volessero contestare a Tizzani alcuni elementi emersi dalle indagini. Ad esempio il fatto che le telecamere in un raggio di 300 metri attorno alla villetta non abbiano ripreso nessun uomo “incappucciato’’ (come ha sempre sostenuto l’ex capostazione). Oppure che alcuni testimoni la sera dell’omicidio rientrando a casa non hanno incrociato nessuno sconosciuto che scappava. 

E la storia dell’incappucciato, Tizzani l’ha ribadita anche in un un’intervista rilasciata alla trasmissione “Quarto grado”, che la manderà in onda domani sera. Davanti alle telecamere di Rete Quattro, il marito di Gianna Del Gaudio ha detto: «Io parlo per discolparmi, lo faccia sentire. Quella sera, quando sono rientrato dopo aver fatto quello che dovevo (Tizzani ha sempre sostenuto che lui stava annaffiando le piante nel giardino, ndr) e quando sono rientrato ho visto questo qua, mi sono fermato e gli ho detto: Cosa stai facendo con la borsa di mia moglie? Chi sei tu, chi ti ha fatto entrare? Questo (il presunto ladro incappucciato, ndr) come mi sente gridare – continua la testimonianza di Tizzani – se ne è andato via come un ragno». Resta da capire come mai Tizzani ricordi il colore scuro delle mani del presunto incappucciato e non abbia notato se l’uomo impugnasse un coltello.

Tornando alle indagini, i carabinieri in questi giorni stanno risentendo le persone già ascoltate subito dopo l’omicidio. Inoltre sono stati convocati anche alcuni vicini che non erano mai stati sentite prima. Magari dai loro racconti potrebbero arrivare nuovi spunti investigativi. Un altro tasto che gli inquirenti vogliono continuare ad approfondire è quello delle lesioni, verosimilmente percosse, documentate da vecchi certificati medici. A tal riguardo, un collega della professoressa aveva dichiarato che spesso Gianna Del Gaudio si era lamentata con lui del fatto che il marito a volte era violento nei suoi confronti. Ultimo tassello da chiarire la ripresa dei sopralluoghi a Seriate. Nei giorni scorsi gli inquirenti sono tornati nella villetta e nel parco adiacente alla ricerca dell’arma e della collanina da cui Gianna non si separava mai. Passando al setaccio la centrale elettrica, dietro la villetta di Tizzani, è stata trovata una pistola semiautomatica arruginita, calibro 7,65, ora all’esame degli investigatori.