Stezzano, prima unione civile fuori dallo sgabuzzino

Coppia ricorre al Tar contro la decisione del sindaco Poma e vince: nozze gay nella sala matrimoni e non più nello stanzino

Il sindaco di Stezzano Elena Poma (De Pascale)

Il sindaco di Stezzano Elena Poma (De Pascale)

Stezzano, 1 aprile 2017  - Questa mattina, finalmente, hanno coronato il loro sogno. Germano Gasparini e Giuliano Inselvini, 56 anni entrambi, dopo 18 anni di convivenza, si sono uniti civilmente nella sala di rappresentanza, quella affrescata dove si celebrano i matrimoni, e non nello "sgabuzzino", un bugigattolo con faldoni e vecchie scrivanie, che la giunta leghista guidata dal sindaco Elena Poma aveva riservato alle coppie omosessuali. Gasparini e Inselvini non hanno ceduto, non hanno cambiato Comune, come sarebbe stato più semplice. No, i due si sono rivolti al Tar per vedere riconosciuto il loro diritto ad unirsi nel salone delle nozze del Comune di Stezzano. 

L'unione è stata celebrata da Marco Caravita, capogruppo della lista d'opposizione "Stezzano Bene Comune", che si è battutto con grande impegno, insieme all'avvocato Massimo Giavazzi e ai legali della Rete Lenford, Stefano Chinotti e Vincenzo Miri, perchè la cerimonia fosse officiata nella sala delle nozze. Caravita, prima di dare il via alla cerimonia, ha regalato ai due il libro "gli Amori Difficili", di Italo Calvino. "Perchè -  ha detto - c'è chi considera sbagliato il proprio amore, anche se non lo è. L'amore è molto di più, fatto di quotidianità, viaggi, gesti". "C'è una legge - ha dichiarato dopo la cerimonia Gasparini, ingegnere, che lavora in provincia di Monza (Inselvini, invece, è nato a Brescia, dove lavora come operaio) - e non è giusto che qualcuno cerchi di aggirarla. Era una battaglia per i diritti e ne è valsa la pena. In questi mesi abbiamo ricevuto solidarietà e sostegno da tantissime persone, anche dai colleghi. Non era scontato, ma è successo". Intanto, altre tre unioni civili sono state prenotate a Stezzano, una coppia di uomini, due di donne.