Morto il fotografo Nino Cassotti: è stato il primo a documentare disastro di Chernobyl

Si è spento all'età di 77 anni all'hospice di Bergamo

Nino Cassotti in una foto con Gilles Villeneuve nel 1978 (De Pascale)

Nino Cassotti in una foto con Gilles Villeneuve nel 1978 (De Pascale)

Bergamo, 16 giugno 2017 - Bergamo piange Nino Cassotti, uno dei fotografi più conosciuti della Bergamasca, e non solo, spentosi stamattina all'età di 77 anni all'hospice di Bergamo, dove era ricoverato da tempo per una grave malattia. Tra i suoi reportage che hanno fatto storia, quello sul disastro di Chernobyl, dove fu il primo occidentale ad entrare per documentare per documentare gli effetti dell'esplosione del reattore nucleare; la guerra civile nell'ex Jugoslavia, il terremoto del Friuli, l'attentato all'Intercity in Val di Sangro, la partenza dalla base di Aviano dei 200 bombardieri della Nato pronti a colpire Milosevic, le manifestazioni anti-apartheid dei neri di Soweto, in Sudafrica. In 50 anni di attività ha lavorato per i più grandi giornali e periodici italiani. insomma, Cassotti, che ha sempre vissuto nella sua Valle Imagna, ha fotografato di tutto: il fascino della dolce vita e sensuale (celebre il clic che immortalò, al "Rugantino" di Joannesburg, il bacio tra Liliana De Curtis, figlia del grande Totò, e il pilota di Formula Uno Riccardo Patrese), le guerre, le tragedie, la distruzione, la morte.

Sempre fedele al motto:"Se le tue fotografie non sono abbastanza belle, non sei abbastanza vicino", pronunciato da Robert Capa poco prima di morire al fronte, in Indocina. Uscire per un servizio e avere accanto il Ninetto, come era soprannominato, era una garanzia (difficilmente si tornava a mani vuote) e al tempo stesso un momento di crescita nel vederlo lavorare, nello scoprire come convinceva i protagonisti del fatto di cronaca a farsi fotografare e nell'ascoltare i suoi consigli, che all'occorrenza non tardavano ad arrivare. Era una chioccia, il Nino, per quanti muovevano i primi passi nella professione giornalistica. Nella sua lunga carriera ha conosciuto numerosi giornalisti che sono poi diventati famosi, come Vittorio Feltri e Giangavino Sulas, ex inviato del settimanale Oggi. Ma i rapporti più stretti Nino Cassotti li aveva mantenuti con quelli che componevano la redazione di Bergamo Oggi, un quotidiano che haavuto poca fortuna, ma dove i talenti di certo non mancavano. Una pattuglia di fedelissimi che periodicamente, prima che stesse male, salivano in Valle Imagna per rendere omaggio al "maestro".