Giallo di Piario, l’ammissione choc: "Sospettavamo ma ci hanno zittite"

Lo sfogo di una infermiera: pressioni dall’alto per non parlare di ROCCO SARUBBI

Carabinieri in azione a Piario (De Pascale)

Carabinieri in azione a Piario (De Pascale)

Bergamo, 30 aprile 2016 - Per la prima volta da quando è stata avviata l’inchiesta sulle morti sospette all’ospedale “Antonio Locatelli” di Piario (Valle Seriana) qualcuno si è deciso a rompere il muro di silenzio. E a farlo è stata una infermiera del reparto di Medicina generale, quello finito nella bufera. Si tratta di una collega di Anna Rinelli, 43 anni, sospettata di aver iniettato Valium nei pazienti quando era di turno di notte. Parla la collega della Rinelli, ma lo fa a garanzia dell’anonimato. Il suo è uno sfogo in piena regola fatto all’uscita dalla procura, dove ieri mattina è stata sentita (assieme ad altre quattro infermiere) dal pm Carmen Pugliese.

«Finalmente la verità sta venendo a galla. Io ho fiducia nella magistratura perché sono convinta che sta facendo un buon lavoro. Già qualche tempo fa io assieme ad altre colleghe avevamo provato a fare presente a chi di dovere che in reparto alcune cose non funzionavano: si sapeva, eppure è stato taciuto. Anche perché abbiamo ricevuto pressioni dall’alto. Del tipo: se parlate il rischio a cui andate incontro è quello di essere trasferite ad altro reparto o di mobbing». Poi il discorso intevitabilmente chiama in causa anche la Rinelli, la principale sospettata in questa vicenda che sembra destinata ad allargarsi. E dalle parole ne emerge un tratteggio diverso da quello che si può immaginare. Distante, certo, dall’infermiera-killer.

«La Rinelli non è così come è stata descritta. È una persona allegra, vivace. Certo, sul lavoro forse non sempre era attenta. E questo suo comportamento era già stato segnalato alla ex caposala. Anche la Rinelli ha subito delle pressioni. Lo sapete che c’è stato un periodo che ha fatto per diociotto volte sempre il turno di notte? Si è vero, anche io mi sono accorto che qualche paziente manifestava segni di torpore, ma su questo bisogna fare chiarezza. Comunque, tornando ad Anna, secondo me a darle il colpo di grazia è stata la perdita del padre (morto circa un anno fa) che per lei è stato un vero colpo, che può aver accentuato quel suo stato di crisi interiore che forse stava attraversando anche per via del lavoro. Ma ora quello che importa - continua la collega della Rinelli - è che la verità venga a galla e si faccia chiarezza».

di ROCCO SARUBBI