Morti sospette a Piario, Bosio si difende: "Così fan tutte"

L'inchiesta sulle morti sospette all’ospedale “Antonio Locatelli’’ di Piario sembra destinata a riservare altre sorprese di ROCCO SARUBBI

L'ospedale di Piario (De Pascale)

L'ospedale di Piario (De Pascale)

Piario (Bergamo), 29 aprile 2016 - L'inchiesta sulle morti sospette all’ospedale “Antonio Locatelli’’ di Piario sembra destinata a riservare altre sorprese. Come quella che potrebbe emergere dalle parole della caposala Paola Bosio, 54 anni, di Oneta, sposata, già indagata, assieme al primario e ad altri otto medici del nosocomio della Valle Seriana, per concorso colposo in omicidio preterintenzionale in relazione ai misteriosi decessi avvenuti nel reparto di Medicina generale. Scavando sul caso, che da dicembre ha gettato nella bufera l’ospedale di Piario, i carabinieri della Compagnia di Clusone sono arrivati all’abitazione della caposala, dove sono stati scoperti i farmaci nascosti che aggiungono alle accuse l’ipotesi del peculato. Dopo la scoperta di quei medicinali, la caposala avrebbe cercato di difendersi dicendo: «Anche altre colleghe lo fanno, non solo io». Parole che, se confermate, aprirebbero uno squarcio nuovo su questa inchiesta, e in particolare sull’andazzo nei reparti del nosocomio della Valle Seriana.

Tornando alla caposala, secondo chi indaga la Bosio, dal settembre 2013 coordinatrice del personale infermieristico, tutte quelle confezioni di medicinali (ma il Valium non c’entra) sarebbero state prese direttamente dall’armadio del reparto dove lavora. Per quale ragione li avesse con sé è ancora in fase di accertamento. Lo stesso discorso vale anche per le confezioni di presidi medico-sanitari (garze, cateteri, pannoloni) che i militari hanno trovato nell’auto della caposala.

Come mai erano li? A differenza dei farmaci, che vengono etichettati su ogni scatola con il marchio dell’azienda ospedaliera, il materiale sanitario non viene timbrato, perciò non è detto che arrivi dallo stesso ospedale di Piario. L’esito positivo della perquisizione a casa e nell’auto della caposala è stato comunicato dal pm Carmen Pugliese, che coordina il lavoro dei carabinieri, ai vertici dell’Asst Bergamo Est (Azienda socio sanitaria territoriale). Dall’ospedale Bolognini di Seriate, cui fa capo anche Piario, i dirigenti hanno fatto sapere che nei confronti della Bosio saranno presi dei provvedimenti disciplinari previsti dal contratto, che vanno dal richiamo scritto al licenziamento.

Oggi in Procura saranno sentite altre due inferiere e colleghe di Anna Rinelli, 43anni, accusata di aver iniettato il Valium nei pazienti. Si tratta di persone già sentite dai carabinieri a dicembre e ora dovranno confermare quanto detto: l’obiettivo è sciogliere gli ultimi dubbi. E sempre oggi potrebbe essere deciso l’elenco dei prossimi cinque pazienti deceduti al “Locatelli” che si intende riesumare.

di ROCCO SARUBBI