Il mammut ritrova le sue zanne: restaurati i reperti del Quaternario

Rinvenute nel 1905, erano deteriorate e custodite in un deposito

 Da sinistra Matteo Malzanni  e Anna Paganoni del museo (De Pascale)

Da sinistra Matteo Malzanni e Anna Paganoni del museo (De Pascale)

Bergamo, 24 marzo 2017 - Il mammut torna al suo splendore al Museo di scienze naturali di Bergamo: tra qualche mese la zanna sinistra, che da oltre 60 anni era spezzata, tornerà visibile al pubblico, in tutta la sua bellezza, dopo un lungo processo di restauro e conservazione. Già nel 2016, stata restaurata attraverso un attento lavoro di pulizia delle antiche patine e all’intervento di consolidamento e tamponamento delle parti mancanti. Entro fine anno sarà possibile ammirare anche la zanna destra, totalmente restaurata, tolta dalle esposizioni negli anni ’80, a causa di un progressivo deterioramento. In questi lunghi anni, era stata avvolta in uno stretto bendaggio e collocata nei depositi del Museo di Città Alta, per impedirne ulteriori fratturazioni. Ora le zanne torneranno a completare la ricostruzione del mammut.

I due reperti, lunghi 3,50 metri, per un peso di 80 chili ciascuno, fanno pensare che si tratti di un esemplare maschio. Le zanne, furono scoperte nel 1905, alle porte della città, tra i colli di Bergamo e le pendici della Maresana, in una zona pianeggiante che racchiudeva un bacino lacustre. Con i primi scavi, eseguiti nella prima metà del ’900, furono portati alla luce reperti risalenti tra i 15 e i 30 mila anni fa, tra cui le zanne del Mammuthus primigenius, che pascolava nei dintorni del lago. «Grazie al meticoloso lavoro di restauro e tutela condotto dal personale tecnico e scientifico del museo, in collaborazione con la Sopraintendenza archeologica della Lombardia, è possibile oggi ereditare una ricchezza inestimabile», ha affermato Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo.

Una piccola anteprima verrà data a gruppi di dieci persone, già questa domenica, con la visita al laboratorio di paleontologia del museo, per poter conoscere la storia di questi enormi reperti, che ci riportano al Quaternario, epoca in cui i mammut passeggiavano dove ora c’è la città. «Grazie al consistente supporto economico donato dall’associazione Amici del museo e dalla Fondazione Credito bergamasco, siamo riusciti a salvare e tutelare un enorme patrimonio storico», ha ricordato Anna Paganoni, direttrice del museo.