Licenziato per "caratteraccio", la Cassazione: azienda reintegri lavoratore

Vittoria per un 36enne della valle Seriana. La Cisl: "La Cassazione ha posto come pregiudiziale la condizione che il motivo del licenziamento sia una reato, o almeno un atto illecito, e il brutto carattere di una persona non lo è"

La sede della Cassazione

La sede della Cassazione

Bergamo, 26 settembre 2016 - La Cassazione ha condannato un'azienda metalmeccanica bergamasca a reintegrare un lavoratore licenziato per via del suo "caratteraccio". È accaduto nella Bergamasca e lo rende noto la Cisl, alla quale il lavoratore, un impiegato di 36 anni della valle Seriana, si era rivolto.

La Suprema Corte ha riconosciuto al lavoratore anche gli arretrati dal giorno del licenziamento. "La completa irrilevanza giuridica del fatto (pur accertato) equivale alla sua insussistenza materiale e dà perciò luogo alla reintegrazione", hanno scritto i giudici di Cassazione nella sentenza del 20 settembre scorso. "La Cassazione - spiega Salvatore Catalano, responsabile dell'ufficio vertenze della Cisl di Bergamo - ha posto come pregiudiziale la condizione che il motivo del licenziamento sia una reato, o almeno un atto illecito, e il brutto carattere di una persona non lo è". Il lavoratore aveva infatti in effetti tenuto un comportamento litigioso con il personale che lui stesso avrebbe dovuto formare.