Sarnico, scoperti 26 lavoratori "in nero": per alcuni paghe di un euro l'ora

La Guardia di Finanza ha comminato sanzioni per 84mila euro ad un'azienda del settore della gomma

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Sarnico (Bregamo), 3 agosto 2017 - Ventisei lavoratori irregolari scoperti dalla Guardia di finanza di Sarnico. I finanzieri hanno eseguito un controllo all’interno di un capannone a Adrara San Martino, di un’azienda operante nel settore della lavorazione della gomma, con sede legale a Sirmione. Ben 8 dei 17 lavoratori presenti erano sprovvisti del contratto d’assunzione e della comunicazione preventiva agli enti preposti d’instaurazione del rapporto di lavoro. Uno di questi era anche clandestino sul territorio nazionale. Così, dopo essere stato accompagnato in Questura per i previsti rilievi, è stato denunciato per il reato di clandestinità e nei suoi confronti è stata avviata la procedura per l’espulsione. Il legale rappresentante dell’azienda - di Moniga del Garda - è stato segnalato alla Procura della Repubblica della il Tribunale di Bergamo per aver occupato un lavoratore straniero privo del permesso di soggiorno.

Grazie agli elementi raccolti nella fase preliminare dell’intervento ed all’analisi dei documenti rinvenuti nella sede dell’azienda, i finanzieri hanno poi scoperto altre 18 persone che lavoravano, sempre per conto dell’azienda, totalmente “in nero” a domicilio, cioè nelle proprie abitazioni di Viadanica, Villongo, Adrara San Rocco, Capriolo, Coccaglio, Rovato e Palazzolo sull’Oglio. Dalle indagini è emerso anche che questi lavoratori venivano pagati in base al numero di pezzi lavorati ed erano impiegati fino a 10/12 ore al giorno, sette giorni su sette, per arrivare a guadagnare un massimo di 400 euro al mese: poco più di un euro l’ora. All’azienda sono state comminate sanzioni per complessivi 84.100 euro, ed è stato disposto l’obbligo di regolarizzare i lavoratori per l’intero periodo di lavoro prestato “in nero”, con pagamento dei relativi contributi evasi. Per la situazione accertata nei locali aziendali, l’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Bergamo ha immediatamente emesso un provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale (che scatta quando l’impiego di personale “in nero” è superiore al 20 per cento del totale dei lavoratori), che è stato successivamente revocato a seguito del pagamento delle sanzioni ed alla regolarizzazione dei lavoratori.