Stalking, condannato a due anni il 'killer dei gatti'

L'uomo è protagonista di due processi: quello per stalking si è concluso con la condanna, quello per maltrattamenti e uccisione di gatti è ancora in corso

Gatto in perlustrazione al tramonto (AFP)

Gatto in perlustrazione al tramonto (AFP)

Trescore Balneario (Bergamo), 13 dicembre 2016 - Due anni di reclusione, senza condizionale; un anno di libertà vigilata e 13mila euro di provvisionale immediatamente esecutiva a favore della vittima e l’obbligo di sottoporsi ad un trattamento sanitario. È l’esito del processo per stalking, celebrato davanti al giudice Massimiliano Magliacani, contro Marco Facchinetti, il 40enne di Trescore Balneario finito in tribunale in due distinti dibattimenti: in uno, quello che si è concluso ieri, era accusato appunto di stalking, nel secondo, che dovrebbe concludersi a breve, deve invece rispondere di maltrattamenti e uccisione di gatti.

I due processi, però, sono collegati. In quello per stalking, infatti, la vittima di sms e telefonate in cui il complimento più soft è “asinella”, era una delle persone che aveva affidato al 40enne i propri mici, che l’uomo aveva poi torturato e ucciso, inviando successivamente, attraverso WhatsApp, le foto degli animali seviziati e i loro cadaveri. La donna, 44 anni, nel 2014 era stata contattata da “Marco” dopo aver messo su Internet l’annuncio di vendita di alcuni cuccioli. Si era però insospettita perché l’uomo le aveva chiesto solo la gatta. Allora non gli aveva più risposto, ma lui aveva ripreso a contattarla. E qui si sono intersecati i due filoni di indagine. Facchinetti, conosciuto come il “killer dei gatti”, aveva iniziato a scriverle frasi del tipo: «Strangolo i gatti che sono buoni da mangiare». Le aveva anche inviato una ricetta: «Per fare una teglia, servono due animali adulti o 12 piccoli». Lei era corsa dai carabinieri e lo aveva denunciato dando il via all’inchiesta.