Bergamo, un miracolo di nome Giorgio: "Quell’angelo mi ha salvato la vita"

Violento schianto sulla strada. Il racconto della donna protetta dalla lapide in memoria di un ragazzino morto 19 anni fa

Maria Castaldo con uno dei suoi gatti

Maria Castaldo con uno dei suoi gatti

Bergamo, 24 giugno 2017 - "Quella la guardo ogni volta che passo di lì e mi si stringe sempre il cuore". A parlare è Maria Castaldo, 26 anni, che domenica sera, mentre intorno alle 22.30 a bordo della sua auto percorreva via Carducci, a Bergamo, è rimasta vittima di un violento incidente stradale che avrebbe potuto finire in tragedia se la lapide commemorativa di Giorgio Pellegri non avesse frenato la corsa della sua Lancia Ypsilon sbalzata fuori strada da una Fiat Punto. "Quella sera mi hanno chiamato per andare a recuperare un gattino a Curno", racconta Maria, ripercorrendo con la mente gli istanti in cui si è messa al volante prima del drammatico incidente.

La 26enne, residente a Seriate, dopo il lavoro si dedica agli animali come volontaria e quella sera ad avere bisogno di lei era un gattino. Un incidente sulla superstrada e il traffico le aveva fatto decidere di cambiare percorso fino a raggiungere via Carducci. "All’improvviso ho visto un’auto davanti a me che mi veniva contro e non rallentava fino alo schianto», racconta Maria. "La mia macchina ha continuato a correre - prosegue - è andata a sbattere contro il marciapiede e si è fermata all’improvviso contro qualcosa". Dopo il colpo è esploso l’airbag e Maria, intontita e impaurita, ha cercato di liberarsi dalla morsa dell’auto dentro la quale era rimasta imprigionata. "Quando ho capito che la macchina continuava ad andare, ho chiuso gli occhi e poi mi sono ritrovata ferma", spiega la 26enne che ha capito subito che a frenare la sua corsa, forse per un caso del destino, era stata la lapide di quel ragazzino a cui ogni volta, passando di lì, dedicava un pensiero. Dopo l’incidente per Maria più della paura e della preoccupazione è prevalso il senso di colpa e il dispiacere per i genitori del ragazzo che si sarebbero ritrovati la pietra commemorativa distrutta. E così la ragazza ha deciso di affidare ai social un appello e ha scritto sul gruppo cittadino di Facebook un messaggio alla famiglia del ragazzo, cercando di contattare i genitori. Grazie alla rete in pochissimo tempo a Maria sono arrivate centinaia di segnalazioni e di messaggi e uno in particolare, di una ex cliente della mamma di Giorgio, ha permesso alla 26enne di rintracciare la signora, Nella Lorenzi.

"Giorgio è morto 19 anni fa, aveva solo tredici anni - racconta Nella -. Era uscito di casa con mio marito per andare a Curno a prendere un regalo perché aveva superato l’esame di terza media. Noi abitavamo in via Meucci, a trecento metri dal luogo dell’incidente, dove ora c‘è la lapide. Dalla parte opposta è arrivata un’auto a 130 km/h bruciando il semaforo rosso ed è finita contro l’auto all’altezza della portiera dove era seduto Giorgio". A distanza di tanti anni, la lapide ha fatto un “miracolo”. "Sono contenta che la lapide di mio figlio abbia salvato la vita a questa ragazza. Se non ci fosse stata - conclude - credo che a quest’ora Maria sarebbe in paradiso con il mio Giorgio".