Incendi al Costone: "Quel piromane non sono io"

L'ex imbianchino era infatti già stato dichiarato capace di intendere e volere da una perizia disposta dalla stessa procura

Incendio

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Bergamo, 7 novembre 2017 - «Non sono io il piromane del ponte del Costone. Quando, il 30 marzo scorso, i carabinieri di Clusone mi arrestarono con l’accusa di aver lanciato dal finestrino della mia auto un ordigno incendiario, lo dissi subito: è impossibile che mi abbiate visto gettare qualcosa, il finestrino della mia macchina è rotto da tempo e non va giù». Si è difeso così, durante la prima udienza del processo che lo vede imputato di incendio boschivo doloso (rischia una condanna da 4 a 10 anni), Luigi Bigoni, il pensionato di 73 anni, residente a Clusone (attualmente detenuto nel carcere di Bergamo), ex imbianchino, accusato di aver dato fuoco a una zona boschiva e di essere il piromane del ponte del Costone.

Tredici i fatti contestati nel corso degli ultimi anni, compreso quello di marzo che gli è costato l’arresto ed è l’oggetto del processo: i carabinieri di Clusone, dopo un lungo pedinamento, lo avevano visto mentre lanciava un innesco dal finestrino dell’auto. «Non ho fatto nulla - ha detto ieri al giudice Maria Luisa Mazzola -. Anche gli inneschi trovati a casa mia, dopo l’arresto, non erano miei, ma di mio fratello che è morto qualche anno fa».

Per l'accusa, invece, quello di fine marzo sarebbe l’ultimo episodio di una lunghissima serie (13 incendi: sei tentati e sette appiccati) messa in atto dal dicembre 2014. Secondo gli inquirenti, la firma del piromane sarebbe sempre la stessa, la sua: per quei 13 episodi l’ex imbianchino è già stato rinviato a giudizio e il processo inizierà il 18 maggio 2018. Il 19 luglio scorso, il gup Ilaria Sanesi, prima di rinviare a giudizio Bigoni per l’episodio del 30 marzo, aveva respinto la richiesta del difensore, Gianluca Quadri, che aveva chiesto il giudizio abbreviato condizionato a una perizia psichiatrica. Il gup aveva rigettato l’istanza in quanto il pensionato, su disposizione della Procura, è già stato sottoposto a un esame psichiatrico: il 73enne è risultato capace di intendere e di volere e quindi in grado di stare a giudizio. La prossima udienza è il 20 novembre.