Gioco d'azzardo lecito, battaglia al Tar: due ricorsi contro i limiti orari

Bergamo, i titolari di due sale slot: il Comune ci ha discriminati

Il sindaco Giorgio Gori

Il sindaco Giorgio Gori

Bergamo, 19 settembre 2016 - Arrivano i primi ricorsi contro l’ordinanza del Comune di Bergamo, in vigore dal primo luglio, che prevede una stretta oraria ai centri del cosiddetto azzardo lecito. In particolare il pugno di ferro riguarda slot machine, video lottery, gratta e vinci e tagliandi della lotteria istantanea, oltre che le scommesse sportive (con l’eccezione di Lotto, SuperEnalotto, Bingo e Totocalcio). Il documento realizzato da Palazzo Frizzoni impone ai gestori di sospendere le attività legate al gioco dalle 7,30 alle 9,30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21.

Una disposizione che non è stata presa bene dagli esercenti. E adesso due di loro, i titolari di due sale slot, la Bpr Srl di via Corridoni e Betting Vip di via Carducci, si sono rivolti al Tar per chiedere l’annullamento. Alla base del ricorso, come si legge nella delibera della Giunta comunale di Bergamo per la costituzione nel giudizio, ci sono svariate motivazioni: «La violazione del principio di partecipazione e contraddittorio con i destinatari dell’ordinanza», la carenza di «studi medico-scientifici-fattuali attestanti la pericolosità dei singoli giochi leciti». A ciò si aggiungono «l’arbitrarietà e carenza di motivazione alla base dell’esclusione di alcune tipologie di gioco dalla limitazione degli orari», e «immotivate disparità di trattamento». Infine, sempre stando alla tesi sostenuta nel loro ricorso dai due esercenti, l’ordinanza violerebbe «le norme sulla libertà imprenditoriale di iniziativa economica» e dimostrerebbe un «eccesso di potere per una scelta amministrativa di natura discrezionale effettuata mediante uno scorretto e illegittimo discrimine fra gli operatori del settore». Dal canto suo, in attesa della decisione dei giudici, la Giunta evidenzia che il provvedimento «è stato adottato sulla base di un’articolata istruttoria con ricognizione effettuata dai servizi sociali in collaborazione con le organizzazioni del settore, del privato sociale e del volontariato, sulla base di studi specifici e in particolare di un Rapporto di intensità costi e ricadute nel gioco pubblico d’azzardo nell’ambito della provincia e del Comune di Bergamo, condotto mediante analisi di dati ufficiali e ricerche» dei vari enti e istituzioni del territorio che «confermano la corretta individuazione della tipologia di giochi destinatari dell’ordinanza per la limitazione degli orari».

Al momento del varo dell’iniziativa il sindaco Giorgio Gori aveva spiegato che la disposizione «intende porre un freno al dilagare delle patologie legate alla dipendenza dal gioco». Parole che avevano procurato parecchi mal di pancia agli esercenti, che avevano criticato il primo cittadino. Adesso, con i primi ricorsi, si inizia a fare sul serio.